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166 i giuochi della vita


— Io non ho bisogno di questa gente.

— Tu non hai bisogno di nessuno: e tutti però fanno a meno di te! — disse il marito, risentito.

Ella non rispose, colpita da quella triste verità. Goulliau prese in mano uno dei suoi stivali e automaticamente lo esaminò; e s’accorse che lo stivale, oltrechè essere più d’estate che d’inverno, andava consumandosi, senza rompersi, come un malato che si ostina a non volersi dare a letto. Che tristezza, che tristezza in quella povera scarpa colorata e consumata come una persona tisica! Goulliau la rimise sul tappeto, e nel curvarsi a far ciò fu preso da un impeto di ribellione contro sua moglie. Prima di sfogarsi, però, si tolse anche le calze, le buttò sul tappeto, poi parlò:

— Senti, certe volte io non arrivo a capirti: sei irragionevole come un cavallo maremmano. Cosa intendi di fare ora? Levatelo di testa, nè Treves, nè Roux, nè altro editore, neppure Salani, giacchè me lo fai dire, pubblicheranno mai il tuo romanzo. Sarà, è anzi un capolavoro, ma non lo pubblicheranno. Perchè ti ostini? Portalo ad un giornale: fallo conoscere, pubblicalo in un’appendice, ma pubblicalo: che cosa speri? Tu rassomigli a co-