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produce il progresso storico. Ond’è che gli uomini non sono tranquilli e salgono di un’ambizione in un’altra, e prima si difendono e poi offendono, e piú uno ha piú desidera. Sicché negli scopi gli uomini sono infiniti, e ne’ mezzi sono perplessi e incerti.

Quello che degl’individui, si può dire anche dell’uomo collettivo, come famiglia o classe. Nella societá non ci è in fondo che due sole classi: degli «abbienti» e de’ «non abbienti», de’ ricchi e de’ poveri. E la storia non è se non l’eterna lotta tra chi ha e chi non ha. Gli ordini politici sono mezzi di equilibrio tra le classi. E sono liberi quando hanno a fondamento l’«equalitá». Perciò liberta non può essere dove sono «gentiluomini» o classi privilegiate.

È chiaro che una scienza o arte politica non è possibile quando non abbia per base la conoscenza della materia su che si ha a esercitare, cioè dell’uomo come individuo e come classe. Perciò una gran parte di questi Discorsi sono ritratti sociali delle moltitudini o delle plebi, degli ottimati o gentiluomini, de’ principi, de’ francesi, de’ tedeschi, degú spagnuoli, d’individui e di popoli. Sono ritratti finissimi per originalitá di osservazione ed evidenza di esposizione, ne’ quali vien fuori il «carattere», cioè quelle forze che movono individui e popoli o classi ad operare cosi o cosi. Le sue osservazioni sono frutto di una esperienza propria e immediata, e perciò freschissime e vive anche oggi.

Poiché il carattere umano ha questa base comune, che i desidèri o appetiti sono infiniti, e debole ed esitante è la virtú di conseguirli, hai disproporzione tra lo scopo e i mezzi; onde nascono le oscillazioni e i disordini della storia. Perciò la scienza politica o l’arte di condurre e governare gli uomini ha per base la precisione dello scopo e la virtú de’ mezzi; e in questa consonanza è quella energia intellettuale, che fa grandi gli uomini e le nazioni. La logica governa il mondo.

Questo punto di vista logico, preponderante nella storia, comunica all’esposizione una calma intellettuale piena di forza e di sicurezza, come di uomo che sa e vuole. Il cuore dell’uomo


F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - ii.

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