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anche a sfatare una sentenza, ossia un pregiudizio, comunemente ripetuto dai critici italiani, e che ha trovato quella sonora eco, che trovano sempre gli spropositi, anche in qualche libro straniero (p. e., nella History of criticism del Saintsbury1): che la Storia del De Sanctis non sia una vera storia, sí bene soltanto una raccolta di saggi staccati sui principali autori! ll che, se non è accaduto pel fatto che il De Sanctis adoperò i grandi nomi come simboli (p. e., c. xv, Machiavelli, e vi discorre anche del Guicciardini, e in genere del pensiero politico italiano; c. xvii, Torquato Tasso, e vi discorre di tutto il movimento letterario della Controriforma; c. xviii, Marino, e vi discorre di tutta la letteratura italiana dal Tasso agli arcadi);— se non è accaduto, insomma, perché la gente ha letto soltanto i titoli dei capitoli o da essi si è lasciata incantare; non so in quale altro modo possa essere accaduto. Certo, se vi ha una storia nella quale il protagonista sia per l’appunto la Letteratura italiana, anzi l’Italia, e i singoli scrittori siano presentati solamente come fasi dello svolgimento generale, è questa del De Sanctis. A persuadere poi dell’irragionevolezza di un’altra poco dissimile censura, e cioè che il De Sanctis taccia degli scrittori minori, gioveranno non solo i sommari, ma anche, e piú direttamente, il minutissimo indice alfabetico che ho compilato, e dal quale si vedrá che il De Sanctis ricorda al loro posto, trattandone piú o meno distesamente secondo i casi, o contentandosi della semplice menzione, gli «scrittori minori».


III


Un altro servigio avevo in animo di rendere ai lettori: aggiungere, cioè, all’opera del De Sanctis un’ampia appendice per correggere i «moltissimi errori di fatto», che, secondo la bene stabilita tradizione, ne infiorerebbero le pagine, e che io, da lettore disattento, non vi avevo finora scorto, ma che, nell’attenta rilettura delle bozze, avrei certamente notato, se non in tutto almeno in buona parte, posta l’asserita elementaritá di quegli errori e la mia provvista di cultura elementare, che per cortesia verso me



  1. Vol. III, 590: «... De Sanctis being almost nothing if not an essayist. They complain of his History of Italian Literature that, good as it is. it is too much of a bundle of Essays»