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xx - la nuova letteratura 393


ricorso dal pensiero in tutt’ i suoi indirizzi. Il cristianesimo, bersaglio fino a quel punto di tutti gli strali, divenne il centro di ogni investigazione filosofica e la bandiera di ogni progresso sociale e civile; i classici furono per istrazio chiamati «pagani», e le dottrine liberali furono qualificate, senz’altro, pretto paganesimo; gli ordini monastici furono dichiarati benefattori della civiltá, e il papato potente fattore di libertá e di progresso. Mutarono i criteri dell’arte. Ci fu un’arte pagana e un’arte cristiana, di cui fu cercata la piú alta espressione nel gotico, nelle ombre, ne’ misteri, nel vago e nell’ indefinito, in un di lá che fu chiamato «l’ideale», in un’aspirazione all’infinito, non capace di soddisfazione, perciò malinconica: la malinconia fu battezzata e detta qualitá «cristiana»; il sensualismo, il materialismo, il plastico divenne il carattere dell’arte «pagana»: sorse il genere cristiano «romantico» in opposizione al genere «classico». «Religione», «fede», «cristianesimo», l’«ideale», l’«infinito», lo «spirito», il «trono e l’altare», la «pace e l’ordine» furono le prime parole del nuovo secolo. La contraddizione era spiccata. A Voltaire e Rousseau succedeva Chateâubriand, Staël, Lamartine, Victor Hugo, Lamennais. E proprio nel i8i5 uscivano in luce gl’Inni sacri del giovane Manzoni. Storia, letteratura, filosofia, critica, arte, giurisprudenza, medicina, tutto prese quel colore. Avevamo un neoguelfismo, il medio evo si drizzava minaccioso e vendicativo contro tutto il Rinascimento.

Il movimento non era giá fittizio e artificiale, sostenuto da penne salariate, promosso dalle polizie, suscitato da passioni e interessi temporanei. Era un serio movimento dello spirito, secondo le eterne leggi della storia, al quale partecipavano gl’ingegni piú eminenti e liberi del nuovo secolo. Movimento esagerato, senza dubbio, ne’ suoi inizi, perché mirava non solo a spiegare, ma a glorificare il passato, a cancellare dalla storia i secoli, a proporre come modello il medio evo. Ma l’una esagerazione chiamava l’altra. La dea Ragione e la comunione de’ beni avea per risposta l’apoteosi del carnefice e la legittimitá dell’Inquisizione.