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xx - la nuova letteratura 389


de’ vivi costruita da’ morti. Senti un’ ispirazione vichiana in questo mondo, che dagli oscuri formidabili inizi naturali e ferini la religione de’ sepolcri alza a stato umano e civile, educatrice di Grecia e d’Italia; il doppio mondo caro a Foscolo, che unisce in una sola contemplazione Ilio e Santa Croce. La storia è antica, ma il prospetto è nuovo, e ne nasce originalitá di forme e di colori. Ci è qui fuso inferno e paradiso, la vasta ombra gotica del nulla e dell’ infinito, e i sentimenti teneri e delicati di un cuore d’uomo: il tutto in una forma solenne e quasi religiosa, come di un inno alla divinitá.

La Rivoluzione sotto l’orrore de’ suoi eccessi rifaceva giá la sua via. Sopravvenivano idee piú temperate : si sentiva il bisogno di una restaurazione religiosa e morale. Il carme di Foscolo facea vibrare queste nuove corde. La musa non è piú Alfieri. Si accostavano i tempi di Vico.

Declamare contro i preti e contro la superstizione era il tono del secolo. Aggiungi i tiranni, i nobili, i privilegi, i monopoli. Si combatteva in nome della filosofia, della libertá, dell’economia pubblica. Qui il tono è altro.

Non può credere il poeta all’immortalitá dell’anima; pure, vorrebbe crederci. Sará una illusione, ma è crudeltá togliere illusioni che ci rendono febei, che ci abbelliscono la vita. Cosi la via è aperta ad un ritorno delle idee religiose, non in nome della veritá, ma in nome dell’umanitá e della poesia. Senti giá Châteaubriand.

Ma, se «purtroppo» è vero che il tempo traveste ogni cosa, che la materia solo è immortale e le forme periscono, non è vero che la morte dell’uomo sia il nulla. Il poeta gli fabbrica una nuova immortalitá. Restano di lui gli scritti, le idee, le geste, la memoria; la Musa anima il silenzio delle urne, e i viventi vi cercano ispirazioni e conforti. La pietá de’ defunti è la religione dell’umanitá, ove non si voglia che ricaschi nello stato ferino. Non vogliamo credere a un essere superiore, dispensatore del premio e della pena : sia pure, anzi purtroppo è cosi: «vero è ben, Pindemonte!». Ma, uomini, possiamo noi rifiutar fede all’umanitá? e vogliamo proprio togliere alla vita