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xx - la nuova letteratura 379


E cosi è. La sua tragedia freme ira, vendetta, libertá, amore. Ma non basta fremere o sonare; e l’attica dea, che gli dice: — O dormi o crea — ha torto: non chi dorme, ma chi studia e medita è buono a creare. Non vale cuore pieno e «mente ignuda». Manca a lui la scienza della vita, quello sguardo pacato e profondo, che t’inizia nelle sue ombre e ne’ suoi misteri e te ne porge tutte le armonie. Perciò dalla concitata immaginazione escon fuori punte arditissime, un certo addensamento di cose e d’immagini, che par folgore, ma in cielo scarno e povero, com’ è il «Pace» di Nerone, il celebre «— Scegliesti? — Ho scelto — », e il «Vivi, Emon, tel comando», e il «Fui padre», e il «Ribelli tutti, E ubbidiran pur tutti» : uno stile a fazione di Tacito e di Machiavelli, con una ostentazione che scopre l’artificio, una vita a lampi e salti, piú dialogo che azione, e, sotto forme brevi, spesso prolissa e stagnante. Si succedono sentimenti crudi, aguzzi, senza riposi o passaggi, e accumulati con una tensione intellettuale di poca durata e che finisce nello scarno e nell’insipido. E si comprende perché fra tanto calore la composizione riesce nel suo insieme fredda e monotona, perché in quell’esaltazione fittizia del discorso ti senti nel vuoto, e perché fra tanti motti e sentenze memorabili non ricordi un solo personaggio, uomo o donna che sia. Non uno è rimasto vivo. E il difetto è maggiore negli eroi, soprattutto ne’ rari casi che la forza è con loro e sono essi i vincitori. Le loro qualitá eroiche, religione, patria, libertá, amore, si esalano in frasi generiche, e non puoi mai coglierli nella loro intimitá e nella loro attivitá. Ci è il patriottismo, e non la patria; ci è l’amore, e non l’amante; ci è la libertá, e manca l’uomo: sembrano personificazioni piú che persone ne’ contrasti, nelle gradazioni, nella ricchezza della loro natura. Tali sono Carlo e Isabella, Davide e Gionata, Icilio e Virginio, e i Bruti, gli Agidi, i Timoleoni. Manca alla virtú ogni semplicitá e modestia, e nella concitata espressione senti la povertá del contenuto. Maggior vita è ne’ personaggi tirannici o colpevoli, dove Alfieri ha condensata tutta la sua bile, e l’odio lo rende profondo. Uno de’ personaggi da lui meno stimati e piú interessanti per ricchezza e profonditá