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xx - la nuova letteratura 369


della bellezza. La sua dignitá è scevra di orgoglio, la sua severitá è amabile, la sua virtú è pudica, piena di grazia e di modestia. Ne’ suoi concetti e ne’ suoi sentimenti ci è sempre il limite, un’armonica temperanza, dov’ è la sua perfezione intellettuale e morale di uomo e di poeta. Quando leggi la Vita rustica, la Salubritá dell’aria, il Pericolo, la Musa, la Caduta e la sua Nice e la sua Silvia, provi una soddisfazione piú che estetica, senti in te appagate tutte le tue facoltá.

La vecchia societá è còlta non nelle sue generalitá rettoriche, come nel Rosa, nel Menzini e in altri satirici, ma nella forma sostanziale della sua vecchiezza, che è la pompa delle forme nella insipidezza del contenuto. Quelle forme cosi magnifiche, alle quali si dá una importanza cosi capitale, sono un’ironia, messe allato al contenuto. La Batracomiomachia è l’ironia dell’Iliade, la Moscheide è l’ironia dell’Orlando: sono forme epiche applicate a un mondo plebeo. L’ironia è la forma delle vecchie societá, non ancora conscie della loro dissoluzione. È il vecchio che vuol farla da giovine, con tanta piú ostentazione nelle apparenze quanto piú meschina è la sostanza. Questo è il concetto fondamentale del Giorno, fondato su di un’ ironia che è nelle cose stesse, perciò profonda e trista. Parini non vi aggiunge di suo che il rilievo, una solennitá di esposizione che fa piú vivo il contrasto. E perché sente in quelle mentite forme negato se stesso, la sua semplicitá, la sua serietá, il suo senso morale, non ha forza di riderne e non gli esce dalla penna uno scherzo o un capriccio. Ride di mala grazia, e sotto ci senti il disgusto e il disprezzo. L’Italia avea riso abbastanza, e rideva ancora ne’ versi di Passeroni e di Goldoni. Qui il riso è alla superficie, sotto alla quale giace repressa e contenuta l’indignazione dell’uomo offeso. La sua interna misura e pacatezza, la sua mente rettrice gli dá la forza della repressione, si che il sentimento di rado erompe sulla superficie e l’ironia di rado piglia la forma del sarcasmo. L’ironia de’ nostri padri del Risorgimento era allegra e scettica, come nel Boccaccio e nell’Ariosto, perché era rivendicazione intellettuale dirimpetto alle assurditá teologiche e feudali, rivendicazione accompagnata con


F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - ii.

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