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passioni, gl’interessi, gli accidenti, i fini particolari sono non la storia, ma le occasioni e gli strumenti della storia; perciò una scienza della storia è possibile. Machiavelli e Hobbes ti dánno la storia occasionale, non la storia finale e sostanziale. La loro storia è vera, ma non è intera : è frammento di veritá. La veritá è nella totalitá, nel vedere «cuncta ea, quae in re insunt, ad rem sunt affecla»: l’idea nella pienezza del suo contenuto e delle sue attinenze. Machiavelli è, non meno di Vico, un profondo osservatore de’ fatti psicologici, è un ritrattista, ma non è un metafisico. La psicologia di Vico entra giá nelle regioni della metafisica, ti dá le prime linee della nuova metafisica, fondata non sull’immobilitá dell’ente guardato nei suoi attributi, ma sul suo moto o divenire; perciò non descrizione o dimostrazione, come te la dava Aristotele e Platone, ma vero dramma, la storia dello spirito nel mondo. In questo dramma tutto ha la sua spiegazione, tutto è allogato: la guerra, la conquista, la rivoluzione, la tirannide, l’errore, la passione, il male, il dolore, fatti necessari e strumenti del progresso. Ciascuna etá storica ha la sua guisa di nascere e di vivere, la sua natura, onde procede la forza delle cose, la «sapienza volgare» del genere umano, il senso comune delle genti, la forza collettiva. Non è l’individuo, è questa forza collettiva che fa la storia; e spesso i piú celebrati individui non sono che simboli e immagini, «caratteri poetici» di quella forza, come Zoroastro, Ercole, Omero, Solone. Cerchi un individuo, e trovi un popolo; cerchi un fatto, e trovi un’ idea. Fabbro della storia è «l’umano arbitrio regolato con la sapienza volgare».

Rimaneva a dare la dimostrazione di questa storia ideale : dimostrare cioè che tutte le storie particolari sono, secondo quella, regolate da uno stesso corso d’idee, ubbidienti a un solo tipo. La prova poteva cercarla a priori nella logica stessa dello spirito nel suo spiegarsi. Lo spirito si estrinseca in conformitá della sua natura, in che è la sua logica, la legge del suo divenire; e quel divenire è appunto la storia. Ma Vico, appena adombrate le prime linee della nuova metafisica, si arresta sulla soglia, e ritorna erudito, e cerca la prova a posteriori,