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xix - la nuova scienza 291


Dentro a questa coltura e contro a queste credenze venne ad urtare Cartesio. — La coltura non ha valore: del passato bisogna far tavola. Datemi materia e moto, ed io farò il mondo. Il vero te lo dá la scienza ed il senso. — Cosa diveniva l’erudizione di Vico, la fisica di Vico, la metafisica di Vico? cosa divenivano le «idee divine» di Platone? e il «simplicissimum» di Ficino cosa diveniva? e il dritto romano, la storia, la tradizione, la filologia, la poesia, la rettorica, non era piú buona a nulla? Nella violenta contraddizione Vico sviluppò le sue forze. Usci del vago e del comune : trovò un terreno, un problema, un avversario. La sua erudizione si spiritualizzava. La sua filosofia si concretava. E si compivano l’una nell’altra.

Giá non si perde negli accessori : vede e investe subito la dottrina avversaria nella sua base. Vuole atterrare Cartesio e con lo stesso colpo atterra tutta la nuova scienza, e non andando indietro, ma andando piú avanti. La sua confutazione di Cartesio è completa, è l’ultima parola della critica. Ma la sua critica non è solo negativa : è creatrice; la negazione si risolve in un’affermazione piú vasta, che tirasi appresso, come frammenti di veritá, le nuove dottrine, e le alloga, le mette a posto. La nuova scienza, la scienza degli uomini nuovi, trova nella Scienza nuova il suo limite, e perciò la sua veritá.

La nuova scienza, uscita da lotta religiosa e politica, è in uno stato di guerra contro il passato, e lo combatte sotto tutte le sue forme. La tradizione, l’autoritá, la fede è il suo nemico, e cerca riparo nella forza e nell’ indipendenza della ragione individuale: gli «universali», gli «enti», le «quidditá» lo infastidiscono della metafisica, e cerca la sua base nella psicologia, nella coscienza; il soprannaturale, il sopramondano offende il suo intelletto adulto, e vi oppone lo studio diretto della natura, la fisica nel suo senso piú generale, le scienze positive; al gergo scolastico cerca un antidoto nella precisione delle matematiche, nel metodo geometrico; ai misteri, alle cabale, alle scienze occulte, alle astrazioni oppone l’esperienza rischiarata dall’osservazione, la percezione chiara e distinta, l’evidenza della coscienza e del senso; alla societá in quello stato di