Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/277


xix - la nuova scienza 271


La quale, essendo aperta reazione, fondavasi sopra idee e tendenze affatto opposte alle altre. Questi proclamavano l’indipendenza e la forza della ragione: quelli la sua incompetenza e la sua debolezza. Questi celebravano la coltura e la scienza: quelli stavano con la pura fede, co’ poveri di spirito e con i semplici di cuore. Gli uni si fondavano sull’esperienza e sull’osservazione; gli altri sulla rivelazione e sull’autoritá di Aristotele, degli scolastici, de’ santi padri e de’ dottori. Gli uni facevano centro de’ loro studi la natura e l’uomo: gli altri sottilizzavano sugli attributi dí Dio, sulla predestinazione e sulla grazia. Gli uni volevano togliere alla Chiesa ogni temporalitá e semplicizzare le forme ed il culto: gli altri volevano mantenere inviolate tutte le forme, anche le assurde e le grottesche; e non che rinunziare al temporale, ma volevano dilatare la loro ingerenza e il loro dominio, prendendo a base il potere assoluto del papa e la sua supremazia anche nelle cose temporali. Fin d’allora valse il motto: «Aut sint ut sunt, aut non sint» : o vivere cosi, o morire.

Questa reazione cosi cieca sarebbe durata poco, se non fosse stata sorretta dalla tenace abilitá de’ gesuiti, la milizia del papa. I quali, doma l’aperta ribellione co’ terrori dell’Inquisizione, vollero guadagnare alla restaurazione anche le volontá e le coscienze, mostrando in questo assunto una conoscenza degli uomini e del secolo e un’arte di governo, che li resero degni continuatori della politica medicea. Persuasi che governa il mondo chi piú sa, coltivarono gli studi e si sforzarono di mantenere il primato del clero nella coltura. Non potendo estirpare in tutto il nuovo, accettarono la superficie, e vestirono la societá a nuovo per meglio conservare il vecchio. Presero dunque aria di uomini colti e liberali, scossero da sé la polvere scolastica, e, per meglio vincere il laicato, presero ne’ modi e ne’ tratti apparenze piú laicali che fratesche, confidandosi di abbatterlo con le sue armi. Divenuti amici e protettori de’ letterati e fautori della coltura, apersero scuole e convitti, e presero nelle loro mani l’istruzione e l’educazione pubblica. Non mancarono i teatrini, le commedie, le accademie, altre imitazioni degli usi laicali. La