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xix - la nuova scienza 247


Napoli, e, con in capo giá una nuova metafisica tutta abbozzata, fu a Roma, poi a Firenze, dove il destino faceva incontrare i due grandi ingegni di quel tempo. Campanella e Galilei.

Michelangiolo moriva, e tre giorni prima, il quindici febbraio del i564, nasceva in Pisa Galileo Galilei. Tutto gli rise nel principio, levato maraviglioso grido di sé per le sue invenzioni della misura del tempo per mezzo del pendolo, del termometro, del compasso geometrico, del telescopio. Con questo potente istrumento iniziò le sue speculazioni astronomiche, che rinnovavano il cielo biblico e tolemaico. Parecchi fatti, divinati da Bruno, acquistavano certezza, come ciò che si vede e si tocca. Il suo Nunzio sidereo appariva cosi maraviglioso come il viaggio di Colombo. Le montuositá della luna, le fasi di Venere e di Marte, le macchie del sole, i satelliti di Giove erano tali scoperte a breve distanza, che spoltrivano gli animi oziosamente cullati ne’ romanzi e nelle oscenitá letterarie. La filosofia naturale vinceva ormai le ultime resistenze nella pubblica opinione. Non si trattava piú d’ipotesi e di astratti ragionamenti: i fatti erano lá, e parlavano piú alto che i sillogismi de’ teologi e degli scolastici. La «cosa effettuale» di Machiavelli, il «lume naturale» di Bruno, il «metodo sperimentale» di Telesio, la «libertá dolce alla veritá» di Campanella avevano il loro riscontro nelle belle parole di Galileo : — «Ah viltá inaudita d’ingegni servili, farsi spontaneamente mancipio!». — Il buon Simplicio, il pedante aristotelico, come Polinnio, risponde: — «Ma, quando si lasci Aristotele, chi ne ha da essere scorta nella filosofia?». — E Galileo replica pacatamente : — «... I ciechi solamente hanno bisogno di guida... Ma chi ha gli occhi nella fronte e nella mente, di quelli si ha da servire per iscorta». — Il lume soprannaturale, la scienza occulta, il mistero, il miracolo scompariva innanzi allo splendore di questo lume naturale dell’occhio e della mente: la magia, l’astrologia, l’alchimia, la cabala sembravano povere cose innanzi a’ miracoli del telescopio. Colombo e Galileo ti davano nuova terra e nuovo cielo. Sulle rovine delle scienze occulte sorgevano l’astronomia, la geografia, la geometria, la fisica, l’ottica, la meccanica, l’anatomia. E tutto questo era la