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xix - la nuova scienza 233


Ma forma e materia nella loro assolutezza come aventi vita propria, estrinseca l’una all’altra, sono non distinzioni reali, ma vocali e nominali; sono distinzioni logiche o intellettuali, perché «l’intelletto divide quello che in natura è indiviso», com’è vizio di Aristotele e degli scolastici, che popolarono il mondo di entitá logiche, quasi fossero sussistenze reali. Bruno si beffa in molte occasioni di questi filosofi, che moltiplicarono gli enti immaginando fino la «socrateitá» come essenza di Socrate, la «ligneitá» come essenza del legno. Questa distinzione tra gli enti logici e gli enti reali è giá un gran progresso. Non che le distinzioni logiche sieno senza importanza, anzi esse sono una serie corrispondente alla serie delle cose, sono le generalitá della natura: il torto è di considerarle cose viventi e reali, e credere, per esempio, che forma e materia sieno due sostanze distinte, appunto perché possiamo e dobbiamo concepirle distinte.

In natura o nella realtá forma e materia sono una sola sostanza. L’una implica l’altra: porre l’una è porre l’altra. La forma non può sussistere se non aderente alla materia, una forma che stia da sé è una astrazione logica. Parimente la materia vuota e informe è un’astrazione: essa è come una «pregnante che ha giá in sé il germe vivo». Non ci è forma che non abbia in sé «un che materiale», e non ci è materia che non abbia in sé il suo principio formale e divino. Bruno dice: «Lo ente, logicamente diviso in quel che è e può essere, fisicamente è indiviso, indistinto e uno». Perciò la potenza coincide coll’atto, la materia con la forma. Giove, «la essenzia per cui tutto quel eh’è ha l’essere», è «intimamente» in tutto; onde «s’inferisce che tutte le cose sono in ciascuna cosa; e... tutto è uno».

La materia non è dunque nulla, «prope nihil», come vuole Aristotele; anzi ha in sé tutte le forme, e le produce dal suo seno per opera della natura, efficiente o artefice «interno e non esterno, come aviene ne le cose artificiali». Se il principio formale fosse esterno, si potrebbe dire ch’ella «non abbia in sé forma e atto alcuno»; ma le ha tutte, perché tutte le caccia «dal suo seno». Perciò la materia non è «quello in cui le cose