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xix - la nuova scienza 221


si che, dove trovi movimento intellettuale, ivi trovi opposizione piú o meno pronunziata, e spesso involontaria e quasi senza saputa dello scrittore. La storia di questa opposizione non è stata ancora fatta in modo degno. Pure, la sono i nostri padri, lá batteva il core d’Italia, lá stavano i germi della vita nuova. Perché infine la vita italiana mancava per il vuoto della coscienza, e la storia di questa opposizione italiana non è altro se non la storia della lenta ricostituzione della coscienza nazionale. Cosa ci era nella coscienza? Nulla. Non Dio, non patria, non famiglia, non umanitá, non civiltá. E non ci era piú neppure la negazione, che anch’essa è vita; anzi ci era una pomposa simulazione de’ piú nobili sentimenti con la piú profonda indifferenza. Se in questa Italia arcadica vogliamo trovare uomini che abbiano una coscienza e perciò una vita, cioè a dire che abbiano fede, convinzioni, amore degli uomini e del bene, zelo della veritá e del sapere, dobbiamo mirare lá, in questi «uomini nuovi» di Bacone, in questi primi santi del mondo moderno, che portavano nel loro seno una nuova Italia e una nuova letteratura.

E inchiniamoci prima innanzi a Giordano Bruno. Cominciò poeta: fu grade ammiratore del Tansillo. Aveva molta immaginazione e molto spirito: due qualitá che bastavano allora alla fabbrica di tanti poeti e letterati; né altre ne avea il Tansillo, e piú tardi il Marino e gli altri lirici del Seicento. Ma Bruno avea facoltá piú poderose, che trovarono alimento ne’ suoi studi filosofici. Avea la visione intellettiva, o, come dicono, l’intuito, facoltá che può esser negata solo da quelli che ne son senza; e avea sviluppatissima la facoltá sintetica, cioè quel guardar le cose dalle somme altezze e cercare l’uno nel differente. Non era di ugual forza nell’analisi, dove non mostra pazienza e sagacia d’investigazione, ma quell’acutezza sofistica d’ingegno, che fa di lui l’ultimo degli scolastici nelle argomentazioni e il precursore de’ marinisti ne’ colori. Supplisce all’analisi con l’immaginazione, fantasticando dove non giunge la sua visione, saltando le idee medie e sforzandosi divinare quello che per lo stato allora della cognizione non può attingere. Spesso le sue idee sono immagini e le sue speculazioni sono fantasie e