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un gran poeta in potenza, a cui sia fallita la formazione per la distrazione delle forze interiori. Perciò non ha la produzione geniale del poeta, ma la mirabile costruzione di un artista consumato: della quale si può dire quello che il coro dice della chioma finta di Corisca, che gli è un «cadavere d’oro». Splende e non scalda, lusinga l’orecchio e i sensi, e non lascia alcun vestigio nell’anima: tutti quei personaggi vestiti di oro e di porpora sono morti con esso Mirtillo e Amarilli. Ma quali splendori! qual maraviglia di costruzione! Fra tanti costruttori il primo posto tocca al Guarini, a cui stanno prossimi il Caro e il Monti. La sua ricca immaginazione si spande al di fuori come iride nella pompa de’ suoi piú smaglianti colori; il suo spirito chiaro e acuto profonde con brio e facilitá i concetti piú ingegnosi, piú delicati e piú fini; il suo verso ti sembra nato insieme con que’ colori e con que’ concetti: cosi è duttile, molle, vezzoso ed elegante. Se ci è H dentro un sentimento, è una sensualitá raffinata, la poesia della libidine. È lo stesso mondo del Tasso, con le stesse qualitá, esagerate dall’emulo, che pretendea di far meglio: un mondo plasmato nelle corti e ritratto della coltura. Quel mondo, che nel Tasso apparisce malinconico e contraddittorio tra gli strazi e le confuse aspirazioni della transizione, eccolo qui sfacciato e a bandiera spiegata. È il naturalismo del Boccaccio nella sua ultima forma, purgato e castigato, involto in apparenze morali e religiose, un naturalismo con licenza de’ superiori o «in maschera», come direbbe il Guarini. Non basta la licenza: il nudo disgusta e non alletta; la sensualitá intorpidita ha bisogno degli stimoli dell’immaginazione e dello spirito. Il cavallo di battaglia per i poeti platonici erano gli occhi : qui è il bacio. Giá il Tasso avea fatto qualche allusione al gioco del bacio. Il Guarini ne fa una pittura voluttuosissima, e il bacio preso per furto diviene il luogo comune dell’Arcadia. Quanti raffinamenti sul bacio! Odasi il Guarini:


                               ... quello è morto bacio a cui
la baciata beltá bacio non rende.
Ma i colpi di due labbra innamorate.