Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/192

186 storia della letteratura italiana


speranza, essendo Amarilli fidanzata a Silvio, il quale, come la Silvia dell’Aminta, è dedito alla caccia ed ha il core chiuso all’amore, invano amato da Dorinda, invano fidanzato ad Amarilli. Mirtillo ed Amarilli per inganno di Corisca e per la bestialitá del satiro sono dannati a morte, mentre Silvio per errore ferisce Dorinda, travestita e scambiata per lupo. All’ultimo, Silvio s’intenerisce e sposa Dorinda; e Mirtillo, scopertosi esser egli il vero Silvio, figlio di Montano, che dovea essere fidanzato ad Amarilli, la sposa. Cosi la natura, posta d’accordo co’ responsi dell’oracolo, trionfa; e tutti contenti, la natura e il destino, gli dèi e gli uomini. Certo, qui ci sono tutti gli elementi di un dramma, e «dramma» lo chiamano i critici per l’innesto delle azioni, per la mescolanza de’ caratteri e per la parte data al destino secondo la tragedia greca: cose non lodevoli e non biasimevoli, che possono essere e non essere in un dramma. Il valore di una poesia bisogna cercarlo non in queste condizioni esterne del suo contenuto, ma nella sua forma, cioè nella sua vita intima. Il Pastor fido è cosi poco un dramma come l’Aminta, ancorché ne abbia maggiore apparenza nel suo meccanismo. Ma la sua vita organica è quella medesima dell’Aminta, suo specchio e sua reminiscenza; e tutti e due sono poemi lirici, narrazioni, descrizioni, canti, non rappresentazione. Le situazioni drammatiche si sviluppano fuori della scena, e non te ne giunge sul teatro che l’eco lirica. Vedi sfilare i personaggi l’uno appresso l’altro, e non è ragione che venga l’uno prima e l’altro poi, e ci narrano i loro guai: parlano, non operano. Indi monologhi e narrazioni interminabili. Hanno operato o vogliono operare, e ci raccontano quello che hanno fatto o son disposti a fare, aggiungendovi le loro riflessioni e impressioni. L’azione è un’occasione all’effusione lirica. Abbondano i cori, ma ciascun personaggio fa esso medesimo ufficio di coro, perché non opera, ma discorre, riflette, effonde i suoi dolori e le sue gioie. Non manca al Guarini un ingegno drammatico, e lo mostra nella scena tra il satiro e Corisca, o tra Silvio e Dorinda, o dove Dorinda ferita s’incontra con Silvio. Ciò che gli manca è la serietá di un mondo drammatico, non essendo questo suo mondo