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10 storia della letteratura italiana


E lo loda in latino e in volgare, e piú sfacciatamente in latino:
                          Quis patre invicto gerit Hercule fortius arma?
mystica quis casto castius Hyppolito?
     
Ma Ippolito non si curava delle lodi, e lo volea servo e non poeta:
                                    Non vuol che laude sua da me composta
per opra degna di mercé si pona:
di mercé degno è l’ir correndo in posta...
     S’io l’ho con laude ne’ miei versi messo,
dice ch’io l’ho fatto a piacere e in ozio:
piú grato fóra essergli stato appresso.
     

Ludovico, scrittor di commedie, è egli medesimo un carattere de’ piú comici; e se, rappresentando un mondo convenzionale è riuscito nelle commedie poco felice, è stato felicissimo dipingendo se stesso alla buona e al naturale. Alcune sue qualitá te gli affezionano. Ama i fratelli e la vecchia madre, e per loro si acconcia a servitú, rodendo il freno. Il suo ideale è la tranquillitá della vita, starsene a casa fantasticando e facendo versi, vivere e lasciar vivere. Ma il punto è che sia lasciato vivere. Il poveruomo era un personaggio idillico, non aveva ambizioni, non curava grandezze né onori, gli sapeva «meglio una rapa» in casa sua che «tordo, starna o porco selvaggio» all’altrui mensa :

                                                        E cosi sotto una vii coltre,
come di seta o d’oro ben mi corco.
     E piú mi piace di posar le poltre
membra, che di vantarle che agli sciti
sien state, agl’ indi, agli etiopi ed oltre.
     Degli uomini son vari gli appetiti:
a chi piace la chierca, a chi la spada,
a chi la patria, a chi li strani liti.
     Chi vuole andare a torno, a torno vada;
vegga Inghilterra, Ongheria, Francia e Spagna:
a me piace abitar la mia contrada.
     Visto ho Toscana, Lombardia, Romagna,
quel monte che divide e quel che serra
l’Italia, e un mare e l’altro che la bagna.