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di avventura, ma dall’azione celeste e infernale, come in Omero. Umanizzò il soprannaturale, rendendolo spiegabile e quasi allegorico e come una semplice esterioritá degl’istinti e delle passioni. Nobilitò i caratteri, sopprimendo il volgare, il grottesco e il comico, e sonò la tromba dal primo all’ultimo verso. Tolse molta parte al caso e alla forza brutale, e molta ne die’ all’ingegno, alla forza morale, alle scienze, come ne’ suoi duelli e battaglie. Mirò a dare al suo racconto un’apparenza di storia e di realtá. Si consigliava spesso con i critici, e dava loro a leggere il poema canto per canto, e mutava e correggeva, docilissimo. Tra questi critici consultati era Speron Speroni.

Il Tasso voleva fare un poema seriamente eroico, animato da spirito religioso, possibilmente storico e prossimo al vero o verisimile, di un maraviglioso naturalmente spiegabile e di un congegno cosi coerente e semplice, che fosse vicino ad una logica perfezione. Questo era il suo ideale classico, che cercò di realizzare e che spiegò ne’ suoi scritti sul poema eroico e sulla poesia, ne’ quali mostrò che ne sapeva piu de’ suoi avversari.

Il poema fu accolto con quello spirito che fu composto. Letto prima a bocconi, quando usci tutto intero, scorretto e senza saputa dell’autore, si destò un vespaio. I critici lo combatterono con le sue armi. — Se volevate fare un poema religioso — diceva l’Antoniano, — dovevate darci un poema che potesse andar nelle mani anche delle monache. — Gli uomini pii, che allora davano il tuono, mostravano scandalo di quegli amori rappresentati con tanta voluttá, malgrado che il povero Tasso ne chiedesse perdono alla Musa «coronata di stelle fra’ beati cori». E per farli tacere, costruí un’allegoria postuma e particolareggiata, che fosse di passaporto a quei diletti profani. Come arte, il poema fu esaminato nella composizione, nella elocuzione, nella lingua e fino nella grammatica, che era la materia critica di quel tempo. Trovavano la composizione difettosa, soprattutto per l’episodio di Olindo e Sofronia, lasciati lí e dimenticati nel rimanente dell’azione. Parea loro che la vera e seria azione comprendesse pochi canti, e il resto fosse