Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. II, 1912 – BEIC 1807957.djvu/123


xvi - pietro aretino 117


di simili andari mi venite drieto a piè saldi. Né potreste però fare altrimenti, essendo il vostro gusto inclinato piú all’ardore dei fiori che al sapore dei frutti; onde con grazia di stile angelico e con maniera d’armonia celeste risonate in gli epitalami e negli inni; le cui soavitá di dolcezze non si convengono in lettere, ché a loro bisogna il rilievo della invenzione e non la miniatura dell’artifizio... Or perché non è errore il laudarsi all’uomo di qualche merito in presenzia di chi noi conosce, a ciò sappiate chi sono, massime nello scrivere lettere, vengo a dirvi... Ma, da che il presumersi è un fumo di grandezze in ombra, il quale acceca m modo chi gli pare essere e non è, che si rimane assai da meno ch’ei non si teneva da piú, io, per non simigliarmi alla spezie di tali, non dico che i vertuosi dovrebbono farsi il di, che ci nacqui, festivo, da che io, senza correr poste, senza servir corti e senza mover passo, ho fatto alla vertú tributario qualunche duce, qualunche principe e qualunche monarca si sia, e perché in tutto il mondo per me negozia la Fama. In la Persia e nell’ India il mio ritratto si pregia e il mio nome si stima... In ultimo vi saluto, con assicurarvi che nessuno in compor lettere vi biasima per invidia, ma ben molte in averle composte vi laudano per compassione.


Tale si teneva e tale lo teneva il mondo. Fu creduto un grand’uomo sulla sua fede. Non mirava alla gloria: dell’avvenire se ne infischiava; voleva il presente. E l’ebbe, piú che nessun mortale. Medaglie, corone, titoli, pensioni, gratificazioni, stoffe d’oro e d’argento, catene e anella d’oro, statue e dipinti, vasi e gemme preziose: tutto ebbe che la cupiditá di un uomo potesse ottenere. Giulio terzo lo nominò cavaliere di San Pietro. E per poco non fu fatto cardinale. Avea di sole pensioni ottocento venti scudi. Di gratificazioni ebbe in di ciotto anni venti cinquemila scudi. Spese durante la sua vita piu di un milione di franchi. Gli vennero regali fino dal corsaro Barbarossa e dal sultano Solimano. La sua casa principesca è affollata di artisti, donne, preti, musici, monaci, valletti, paggi; e molti gli portano i loro presenti : chi un vaso d’oro, chi un quadro, chi una borsa piena di ducati, e chi abiti e stoffe. Sull’ingresso vedi un busto di marmo bianco coronato di alloro: è Pietro Aretino. Aretino a dritta. Aretino a manca: guardate nelle medaglie,