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e fu ricevuto domestico presso un ricco negoziante. Agostino Chigi, e poco poi presso il cardinale di San Giovanni. Cercò fortuna presso papa Giulio; e, non riuscitogli, vagando e libertineggiando per la Lombardia, da ultimo si fe’ cappuccino in Ravenna. Salito al pontificato Leone decimo e concorrendo a quella corte letterati, buffoni, istrioni, cantori, ogni specie di avventurieri, gli parve li il suo posto : smise l’abito e corse a Roma, e vesti la livrea del papa, divenne suo valletto. Spiritoso, allegro, libertino, sfacciato, mezzano, in quella scuola compí la sua educazione e la sua istruzione. Imparò a chiudere in quattordici versi le sue libidini e le sue adulazioni e le sue buffonerie, e ne fe’ traffico e ne cavò di bei quattrini. Ma era sempre un valletto, e poco gli era a sperare in una corte dove s’improvvisava in latino. Armato di lettere di raccomandazione, va a Milano, a Pisa, a Bologna, a Ferrara, a Mantova, e si presenta a principi e monsignori sfacciatamente, con aria e prosunzione di letterato. Studia come una donna l’arte di piacere, e aiuta la ciarlataneria con la compiacenza:


Io mi ritrovo in Mantova appresso il signor marchese in sua tanta grazzia, che il dormir e il mangiar lascia per ragionar meco, e dice non aver altro intero piacere, ed ha scritto al cardinale cose di me che veramente onorevolmente mi gioveranno, e son io regalato di trecento scudi... Tutta la corte m’adora, e par beato chi può avere un de’ miei versi; e quanti mai feci, il signore gli ha fatti copiare, ed ho fatto qualcuno in sua lode. E cosi sto qui, e tutto il giorno mi dona, e gran cose, che le vedrete ad Arezzo... A Bologna mi fu cominciato a essere donato; il vescovo di Pisa mi fe’ fare una casacca di raso nero ricamata in oro, che non fu mai la piú superba...


Gli danno del «messere» e del «signore» : il valletto è un gentiluomo, e torna a Roma tra paggi di taverna, e vestito come un duca, compagno e mezzano de’ piaceri signorili, e con a lato gli Estensi e i Gonzaga, che gli hanno familiarmente la mano sulla spalla. Continua il mestiere cosi bene incominciato. Una sua «laude» di Clemente settimo gli frutta la prima pensione : sono versacci: