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Guardami un po’ s’ i’ sono un bel vecchiardo e per antichitá tutto canuto.

Nell’operar son giovane e gagliardo, a ricordar 1’ ingiuria molt’ astuto, nel mio discorrer non son pigro o tardo, conosco tutte le persone al fiuto: subito che tu pigli qualche sdegno, in un momento io vi fo sii disegno...

La Caritá t’exorta a perdonare, ed io ti dico : — Non lo voler fare. —

Il perdonar vien da poltroneria e d’animo eh’ è pien di debolezza; a chi t’ ingiuria o dice villania, quando che tu sopporti, e’ vi s’avvezza.

Rendigli il cambio a ognun, sia chi si sia, mettigli al collo una grossa cavezza, non lasciar mai la vendetta a chi resta, e a chi fosse dágli in su la testa...

Io venni qui con una spada in mano per istar teco e messimi l’elmetto; io son del Satanasso capitano, attengo volentier quel eh’ io prometto : quand’ io veggo per terra il sangue umano, mi genera a vederlo un gran diletto, e tengo sempre ’l mio cavai sellato per esser presto presto in ogni lato...

Oh quante brighe, oh quant’occisioni son per me fatte in cittá e in castella!

Ho buon aliare nelle religioni, vommene pe’ conventi in ogni cella, metto l’un l’altro in gran divisioni, facendo mormorar di chi favella; poi mi metto in camino, e in poch’ore mi trovo in corte di qualche signore.

L’ultima battaglia è tra il Senso o la Sensualitá e la Ragione. IL’anima, pregando, si sente sopraffatta dal corpo:

Io ti vorrei, Signor, sempre servire, ma questo corpo m’ è molto molesto;