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gli occhi, i quali erano di molte lagrime gravati per duri pianti eh’ io avea fatto... Allora apersi gli occhi, e guardaimi dintorno, e vidi appresso di me una figura bellissima e piacente, quanto piue innanzi fue possibile alla natura di fare. E della detta figura nascea una luce tanto grande e profonda, che abbagliava gli occhi di coloro che guardare la volieno; sicché poche persone la poteano fermamente mirare. E della detta luce nasceano sette grandi e maravigliosi splendori che alluminavano tutto il mondo. E io vedendo la detta figura cosi bella e lucente, avvegna che avessi dallo incominciamento paura, m’assicurai tostamente, pensando che cosa rea non potea cosi chiara luce generare. Cominciai a guardare la figura tanto fermamente quanto la debolezza del mio viso poteva sofferire. E quando l’ebbi assai mirata, conobbi certamente ch’era la Filosofia, nelle cui magioni era giá lungamente dimorato. Allora incominciai a favellare e dissi: — Maestra delle virtudi, che vai tue facendo in tanta profonditá di notte per le magioni de’ servi tuoi?

Seguono discorsi tra questo servo della Filosofia e la Filosofia, il cui costrutto è questo: che la vita terrestre è vita di prova; e la vera vita è in cielo, se però «chi vuole essere verace figliuolo di Dio, e non bastardo, porti in pace le pene e le tribulazioni del mondo,... pensando che, s’egli sará compagno di Dio nelle passioni, sará suo compagno nelle consolazioni». La Filosofia finisce con questo lamento :

O umana generazione, quando se’ piena di vanagloria, ed hai gli occhi della mente e non vedi! Tu ti rallegri delle ricchezze e della gloria del mondo, e di compiere i desidèri della carne, che possono bastare quasi per uno momento di tempo, perché poco basta la vita dell’uomo: e queste sono veracemente la morte tua, perché meritano nell’altro mondo molte pene eternali. E della povertá e delle tribulazioni del mondo ti turbi e lamenti, che poco tempo possono durare: e queste sono veracemente la tua vita, perché, se si comportano in pace, meritano nell’altro mondo molta gloria perpetuale... Disse uno savio: «Quello che ne diletta nel mondo è cosa di momento, e quello che ne tormenta nell’altro durerae mai sempre».

E segue citando i detti dell’Apostolo, di san Pietro e di Salomone.