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valenti cose, siccome in far leggi e piati civili e cherminali, e nelle cose cittadine, siccome in fare battaglie, ed ordinare schiere, e confortare cavalieri nelle vicende degl’ imperii, regni e principati, e governare popoli e regni e cittadi e ville, e strane e diverse genti, come conversano nel gran cerchio del mappamondo della terra.

Il libro è dedicato a re Manfredi, il quale vi potrá avere «sufficiente e adorno ammaestramento a dire in piuvico e in privato» . Accanto a Cicerone comparisce il grande poeta Virgilio, «il quale Virgilio si trasse tutto il costrutto dello intendimento della rettorica e piú ne fece chiara dimostranza». Il frate, cercando le «magne virtudi» di Cicerone, aggiunge : «Si mi mosse talento di volere alquanti membri del Fiore di rettorica volgarizzare di latino in nostra lingua, siccome appartiene al mestiero de’ laici, volgaremente». Onde pare che il tradurre volgarmente, in volgare, era mestiere dei laici, scrivendo i chierici in latino. Queste citazioni sono il ritratto del tempo. Ci si vede la grande impressione che facea su quelle menti Virgilio e Cicerone, «d’arme maraviglioso cavaliere, franco di coraggio, armato di grande senno, fornito di scienzia e di discrezione, ritrovatore di tutte le cose». E ci si vede pure la gran fede nei miracoli della scienza come se a vivere con buoni costumi e a ben dire in pubblico e in privato bastasse imparare le regole dell’etica e della rettorica. Né si recavano in volgare le opere sole dell’antichitá, ma anche le contemporanee scritte in latino. Cito fra gli altri il volgarizzamento fatto da Soffredi del Grazia, notaio pistoiese, de’ Trattati di morale, dottissima opera di Albertano da Brescia, scritta in prigione. Il primo trattato, Della dilezione di Dio e del prossimo e della forma della vita onesta, è composto l’anno 1238. L’opera levò tal grido che fu tradotta in francese e in inglese; e veramente ci è li dentro raccolta tutta la dottrina del tempo intorno all’onesto vivere, sacra e profana. L’ impulso fu tale che gli uomini piú chiari si volsero a tradurre o compendiare grammatiche, rettoriche, trattati di morale, di fisica, di medicina. Ristoro di Arezzo scrivea sulla Composizione della terra ; Cavalcanti scrivea una grammatica e una