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la fantasia è essenzialmente organica; ed è privilegio di pochissimi, che son detti Poeti.

Il mondo lirico di Dante, o piuttosto del suo secolo, cosi mistico e spirituale, resiste a tutti gli sforzi dell’ immaginazione. In balia di questa esso non è che un mondo rettorico e artificiale, di bella apparenza, ma freddo e astratto nel fondo. Tale è il mondo di Guinicelli, di Cavalcanti e di Cino. L’organo naturale di questo mondo è la fantasia, e la sua forma è il fantasma. Il suo primo e solo poeta è Dante, perché Dante ha l’ istrumento atto a generarlo, è la prima fantasia del mondo moderno.

Dante non accarezza l’ immagine, non vi s’ indugia sopra, se non quando essa è lume che come paragone dia una faccia al suo concetto. Sia d’esempio la sua canzone all’Amore;

Amor, che muovi tua virtú dal cielo, come ’l sol lo splendore, ché lá si apprende piú lo suo valore, dove piú nobiltá suo raggio trova...

Ed hammi in foco acceso,

come acqua per chiarezza foco accende...

È sua beltá del tuo valor conforto, in quanto giudicar si puote effetto sovra degno suggetto, in guisa che è il sol segno di foco; lo qual non dá a lui né to’ virtute, ma fallo in altro loco nell’effetto parer di piú salute.

Queste immagini non sono il concetto esso medesimo, ma paragoni atti a lumeggiarlo. È la maniera del Guinicelli. Costui se ne pavoneggia, e vi spiega un lusso e una pompa che passa il segno e affoga il concetto nell’ immagine. Dante è piú severo, perché il concetto non gli è indifferente e non te ne distrae, anzi, per troppo amore a quello, spesso te lo porge nudo e irsuto com è da natura. Ma egli penetra in questo mondo di concetti e ne fa il suo romanzo, la sua storia intima. Il concetto

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