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Il successo fu grande. Dicono, perché era fiorentino e maneggiava assai bene la lingua. Ed è un dir poco. Il vero è che il Berni ha una intuizione immediata e netta delle cose, che rende vive e fresche con facilitá e con brio. Tra lui e la cosa non ci è nessun mezzo, o imitazione o artificio di stile o repertorio; egli l’attinge direttamente, secondo l’ immagine che gli si presenta nel cervello. E T immagine è la cosa stessa in caricatura, guardata cioè da un punto che la scopra tutta nel suo aspetto comico. Il quale aspetto balza improvviso innanzi alla nostra immaginazione, perché non esce fuori a pezzi e a bocconi da una descrizione, ma ti sta tutto avanti per virtú di somiglianze o di contrasti inaspettati. Tale è la pittura di maestro Guazzaletto, e la mula di Florimonte, e la bellezza della sua donna, contraffazione della Laura petrarchesca. In questi ritratti a rapporti non hai niente che stagni o langua : hai una produzione continua, che ti tien desto e ti sforza a ire innanzi insino a che il poeta trionfalmente ti accomiata:

Ora eccovi dipinta una figura arabica, un’arpia, un uom fuggito dalla notomia.

Fin qui avevamo visto dal Boccaccio al Pulci messa in caricatura plebe e frati; e anche il Berni ci si prova nella C atrina e nel Mogliazzo : imitazioni caricate di parlari e costumi plebei, inferiori per grazia e spontaneitá alla Nencia. Ma la materia ordinaria del Berni è la caricatura della borghesia in mezzo a cui viveva. Non è piú la coltura che ride dell’ ignoranza e della rozzezza; è la coltura che ride di se stessa: la borghesia fa la sua propria caricatura. Il protagonista non è piú il cattivello di Calandrino, ma è il borghese vano, poltrone, adulatore, stizzoso, sensuale e letterato, la cui immagine è lo stesso Berni, che mena in trionfo la sua poltroneria e sensualitá. L’attrattivo è appunto nella perfetta buona fede del poeta, che ride de’ difetti propri e degli altrui, come di fragilitá perdonabili e comuni, delle quali è da uomo di poco spirito pigliarsi collera. Il guasto nella borghesia era giá cosi profondo e tanto era oscurato il