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di corti a Napoli, a Firenze, a Urbino, a Mantova, a Fer-? rara, tanta prosperitá e agiatezza e allegria della vita, tanta diffusione ed eleganza della coltura e amore dell’arte, avevano ravvivate le forze produttive, indebolite nella prima metá del secolo, e creato un movimento cosi efficace di civiltá, che non potè essere impedito o trattenuto dalle piú grandi catastrofi. Spuntava giá la nuova generazione intorno al Boiardo, al Pulci, a Lorenzo, al Poliziano. E i giovani si chiamavano Nicolò Machiavelli, Francesco Guicciardini, Ludovico Ariosto, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Bembo, Berni : tutta una falange predestinata a compiere l’opera de’ padri. L’un secolo s’ intreccia talmente neH’altro, che non si può dire dove finisca l’uno, dove l’altro cominci. Sono una continuazione, un correre non interrotto intorno allo stesso ideale.

25 — . F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - I.