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di sciagure grida agli uomini: — Penitenza! penitenza! — tra questo canto de’ morti :

Dolor, pianto e penitenza ci tormentan tuttavia: questa morta compagnia va gridando : — Penitenza. —

Fummo giá come voi séte: voi sarete come noi.

Morti siam, come vedete: cosi morti vedrem voi.

E di lá non giova poi dopo il mal far penitenza.

La borghesia gaudente e scettica chiamò quella gente i «piagnoni», e quella gente pretese dal suo frate qualche miracolo; e poiché il miracolo non fu potuto fare, si volse contro al frate. Nessuna cosa dipinge meglio quale stacco era fra una borghesia colta e incredula e ima plebe ignorante e superstiziosa. Su questi elementi non poteva edificar nulla il frate. Voleva egli restaurare la fede e i buoni costumi facendo guerra a’ libri, a’ dipinti e alle feste, come se questo fosse la causa e non l’effetto del male. Il male era nella coscienza, e nella coscienza non ci si può metter niente per forza. Ci vogliono secoli prima che si formi una coscienza collettiva; e, formata che sia, non si disfa in un giorno. Chi mi ha seguito e ha visto per quali vie lente e fatali si era formata questa coscienza italiana, può giudicare qual criterio e quanto buon senso fosse nell’ impresa del frate. Nella storia c’ è l’ impossibile, come nella natura. E il frate, che voleva rimbarbarire l’ Italia per guarirla, era alle prese con l’ impossibile.

Savonarola fu una breve apparizione. L’ Italia ripigliò il suo cammino, piena di confidenza nelle sue forze, orgogliosa della sua civiltá. Quaranta anni di pace, la lega medicea tra Napoli, Firenze e Milano, l’ invenzione della stampa, la digestione giá fatta del mondo latino, l’apparizione e lo studio del mondo greco, la vista in lontananza del mondo orientale, l’audacia delle navigazioni e l’ardore delle scoperte, e tanto splendore e gentilezza