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quid ingenio esset hominum cum quaderni effectum elegantia, id «prope divinum» dicebat... Gemmis, fíoribus ac locis praeserthn amoenis visendis, nonnwvnquam ab aegritudine in bonam valetudinem rediit.

Quest’uomo, che alla vista della bella natura si sente tornar sano, che sta li fisso a contemplare l’aspètto decoroso di una vecchiezza sana e intera, che chiama «divina» l’opera elegante dell’ ingegno e sente voluttá a contemplare le belle forme, aggiunge a questa squisita idealitá un senso cosi profondo del reale, che gli rende familiari gli arcani della natura e anche della storia, come mostrò nelle lettere a Paolo Toscanelli, dove predice con molta sagacia parecchi avvenimenti : le future sorti di principi e di pontefici e i moti delle cittá. Indi è che nelle sue pitture trovi precisione tecnica, veritá di colorito e grande espressione: è una realtá finita ed evidente, che mostra nelle sue forme impressioni e sentimenti. Veggasi nel Governo della famiglia la pittura della vita villica, e la descrizione del convito, e quella maravigliosa scena di famiglia, dove Agnolo, veggendo la sua donna tutta pinta e impomiciata, dice : — «Tristo a me! e ove t’ imbrattasti cosi il viso? Forse t’abbattesti a qualche padella in cucina? Laveraiti, ché quest’ altri non ti dileggino. — Ella m’ intese e lagrimò. Io le die’ luogo ch’ella si lavasse le lagrime e il liscio». Dello stesso genere è la pittura de’ giocatori nella Cena di famiglia e nella Deiciarchia, e il ritratto nel Teo genio della vita quieta e felice di Genipatro, nel quale intrawedi Battista :

Truovomi ancora per la etá riverito, pregiato, riputato; consigliansi meco; odonmi come padre; ricordanmi, lodanmi in suoi ragionamenti; approvano, seguono i miei ammonimenti; e se cosa mi manca, vedomi presso al porto ove io riposi ogni stracchezza della vita, se ella forse a me fusse, qual certo ella non è, grave. Nulla truovo per ancora in vita che mi dispiaccia, e questo mi conosco oggidí piú felice che mai, poiché in cosa niuna a me stesso dispiaccio... Godo testé qui ragionando con voi; godo solo leggendo questi libri; godo pensando e commentando queste e simili cose, quali io vi ragiono; e, ricordandomi la mia ben transcorsa vita e investi