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che condusse poeti inferiori a lui di coltura e d’ ingegno a polire il volgare. È privo di gusto e di grazia.

Degne di maggiore attenzione sono le poesie di Iacopone, come quelle che segnano un nuovo indirizzo nella nostra letteratura. Sono le poesie di un santo, animato dal divino amore. Non sa di provenzali o di trovatori o di codici d’amore: questo mondo gli è ignoto. E non cura arte e non cerca pregio di lingua e di stile, anzi affetta parlare di plebe con quello stesso piacere con che i santi vestivano vesti di povero. Una cosa vuole : dare sfogo ad un’anima traboccante di affetto, esaltata dal sentimento religioso. Ignora anche teologia e filosofia, e non ha niente di scolastico. Si capisce che un poeta cosi fuori di moda dovea in breve esser dimenticato dal colto pubblico, si che le sue poesie ci furono conservate come un libro di divozione anzi che come lavoro letterario. E nondimeno c’ è in Iacopone una vena di schietta e popolare e spontanea ispirazione, che non trovi ne’ poeti colti finora discorsi. Se i mille trovatori italiani avessero sentito amore con la caldezza e l’efficacia che desta tanto incendio nell’anima religiosa di Iacopone, avremmo avuta una poesia meno dotta e meno artistica, ma piú popolare e sincera.

Iacopone riflette la vita italiana sotto uno de’ suoi aspetti con assai piú di sinceritá e di veritá che non trovi in nessun trovatore. È il sentimento religioso nella sua prima e natia espressione, come si rivela nelle classi inculte, senza nube di teologia e di scolasticismo e portato sino al misticismo ed all’estasi. In comunione di spirito con Dio, la Vergine, i santi e gli angeli, parla loro con tutta dimestichezza e li dipinge con perfetta libertá d’ immaginazione, co’ particolari piú pietosi e piú affettuosi che sa trovare una fantasia commossa dall’amore. Maria è soprattutto il suo idolo, e le parla con la familiaritá e l’ insistenza di chi è sicuro della sua fede e sa di amarla :

Di’, Maria dolce, con quanto disio miravi ’l tuo figliuol Cristo mio Dio.

Quando tu il partoristi senza pena, la prima cosa, credo, che facesti,