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dalle muse, apre l’animo alla bellezza e all’amore, e di bruto si sente fatto uomo. Atalante trasforma il bosco di Diana in citta, e vi marita le ninfe, e v’ introduce costumi civili. Orfeo è il grande protagonista di questo regno della coltura, venuto dall’ antichitá giovine e glorioso ne’ carmi di Ovidio e di Virgilio. Questo fondatore dell’umanitá, col suono della lira e con la dolcezza del canto, mansuefá le fiere e gli uomini, e impietosisce la Morte e incanta l’ inferno. È il trionfo dell’arte e della coltura su’ rozzi istinti della natura, consacrato dal martirio, quando, sforzando le leggi naturali, è dato in balia all’ebbro furore delle baccanti. Dopo lungo obblio nella notte della seconda barbarie, Orfeo rinasce tra le feste della nuova civiltá, inaugurando il regno dell’umanitá o, per dir meglio, umanismo. Questo è il mistero del secolo, è l’ ideale del Risorgimento. Le sacre rappresentazioni, cacciate dalle cittá, menano vita oscura nei contadi, e cadono in cosi profondo obblio che giacciono ancora polverose nelle biblioteche.

L,’ Orfeo è un mondo di pura immaginazione. I misteri avevano la loro radice in un mondo ascetico, fatto tradizionale e convenzionale, pur sempre reale per una gran parte degli spettatori. Qui tutti sanno che Orfeo, le driadi, le baccanti, le furie, Plutone e il suo inferno sono creature dell’immaginazione. A quel modo che nelle giostre i borghesi camuffati da cavalieri riproducevano il mondo cavalleresco, i nuovi ateniesi dovevano provare una grande soddisfazione a vedersi sfilare innanzi co’ loro costumi e abiti le ombre del mondo antico. Che entusiasmo fu quello quando Baccio Ugolini, vestito da Orfeo e con la cetra in mano, scendeva il monte, cantando in magnifici versi latini le lodi del cardinale! «Redeunt saturnia regna». Sembravano ritornati i tempi di Atene e Roma; salutavano con immenso grido di applauso Orfeo, nunzio alle genti della nuova èra, della nuova civiltá. Nel medio evo si dicea «vivere in ispirito», ed era il ratto dell’anima alienata da’ sensi in un mondo superiore. Ciò, che una volta ispirava il sentimento religioso, oggi ispira il sentimento dell’arte, la sola religione sopravvissuta, e si vive in immaginazione. I ricchi, a quel modo