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la bile de’ santi e di tutti gli uomini di coscienza. Ma quella colta societá, vuota di senso religioso e morale, non era disposta a guastarsi la bile per i difetti degli uomini. Le «sfacciate donne fiorentine» qui allettano e lasci viano e fanno «quadri viventi», come si dice e si fa oggidí. Il traffico delle cose sacre, occasione allo scisma della credente Germania e che Dante nella nobile ira sua chiama «adulterio», qui è materia di amabili frizzi, senza fiele e senza malizia. La confessione suggerisce l’ idea di equivoci molto ridicoli, ne’ quali sono i laici e le laiche, che la fanno a’ preti, uomini «tondi» e «grossi», come si mostra nel confessore di ser Ciappelletto, e nel frate Bestia, carattere comico de’ meglio disegnati. Il foggiar miracoli, come quel di Masetto l’ortolano o del malcapitato Martellino o di frate Alberto o di frate Cipolla, il fabbricar santi e renderli miracolosi, come è di ser Ciappelletto, è rappresentato con l’allegria comica di gente colta e incredula. Profanazioni simili fanno ridere, perché le cose profanate non ispirano piu riverenza.

Questa societá tal quale, sorpresa calda calda nell’atto della vita, è trasportata nel Decamercme : quadro immenso della vita in tutte le sue varietá di caratteri e di accidenti i piú atti a destare la maraviglia, sul quale spicca Malebolge tirato dall’ inferno e messo sul proscenio; il mondo sensuale e licenzioso della furberia e della ignoranza, entro cui si move senza mescolar visi un mondo colto e civile, il mondo della cortesia, riflesso di tempi cavallereschi, vestito un po’ alla borghese, spiritoso, elegante, ingegnoso, gentile, di cui il piú bel tipo è Federigo degli Alberighi. Gli abitanti naturali di questo mondo sono preti e frati e contadini e artigiani e umili borghesi e mercatanti, con un corteggio femminile corrispondente; e le alte risa plebee di questo perpetuo carnevale coprono le donne e i cavalieri, le armi e gli amori, le cortesie e le imprese di quel mondo dello spirito, della coltura, dell’ ingegno e della eleganza; allegro anch’esso, ma di un’allegrezza costumata e misurata, magnifico negli atti, avvenente nelle forme e nel parlare e ne’ modi decoroso. Questi due mondi, le cui varietá si perdono nello sfondo del quadro, vivono insieme, producendo un’ impressione