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La stessa prosaica maniera trovi nell’ottava seguente :

Il sangue quivi de’ corpi versato, e de’ cavalli ancor similemente, aveva tutto quel campo innaffiato, onde attutata s’era veramente e la polvere e ’l fummo : imbragacciato di sangue era ciascun destrier corrente, o qualunque uomo vi fosse caduto, benché a cavai poi fosse rivenuto.

Qui il sangue è talmente analizzato negli oggetti e congiunto con particolari cosi vuoti e insignificanti, che se ne perde l’ impressione. Alla grande maniera, sobria, rapida, densa, di Dante, del Petrarca, succede il prolisso, il diluito e il volgare. Chi ricorda descrizioni simili nell’ Ariosto e nel Tasso, vi troverá le stesse cose, ma vive e mobili, piene di sentimento e di significato. Nel canto duodecimo descrive la bellezza di Emilia da’ capelli fino alle anche, anzi fino a’ piedi; e non si contenta di passare a rassegna tutte le parti del corpo, ché di ciascuna fa minuta descrizione, e non solo nel quale, ma nel quanto, si che pare un geometra misuratore. Delle ciglia dice :

Piú che altra cosa nerissime e sottil, nelle qua’ lata bianchezza si vedea lor dividendo, né il debito passavan sé estendendo.

Ecco un’ottava similmente prosaica su’ capelli :

Dico che li suoi crini parean d’oro, non per treccia ristretti, ma soluti, e pettinati si che infra loro non n’era un torto, e cadean sostenuti sopra li candidi omeri, né fóro prima né poi si be’ giammai veduti : né altro sopra quelli ella portava eh’ una corona che assai si stimava.

Ottave e versi soffrono malattia di languore : cosi procede il suono fiacco e sordo.