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perduto il suo aspetto simbolico-dottrinale, che lo teneva al di lá della vita e dell’arte, e si è umanizzato, è divenuto immagine e sentimento : il tempio gotico si è trasformato in un bel tempietto greco, nobilmente decorato, elegante, con luce uguale, con perfetta simmetria, ispirato da Venere, dea della bellezza e della grazia. Il grottesco, il gotico, gli angoli, le punte, le ombre, 1* indefinito, il dissonante, il prolisso, il superfluo, il volgare, il difforme, tutto è cacciato via da questo tempio dell’armonia: maraviglia d’arte, che chiude un secolo e ne annunzia un altro. L’artista gode; l’uomo è scontento. Perché sotto a questa bella forma cosi levigata e pulita vive un povero core d’uomo, nutrito di desidèri e d’ immagini, a cui lo tira la natura, da cui lo allontana la ragione, senza la forza di uscire dalla contraddizione e senza la ferma volontá di realizzarle. L’uomo è minore dell’artista. L’artista non posa che non abbia data l’ultima finitezza al suo idolo; l’uomo non osa di guardarsi, e abbozza i moti del proprio cuore, e salta nelle piú opposte direzioni, quasi tema di fermarsi troppo, di esser costretto a volere e a risolversi. Perciò quella bella superficie riman fredda; non ha al di sotto profonditá di esplorazione o energia di volontá e di convinzione. La situazione poteva esser tragica: rimane elegiaca; poesia di un’anima debole e tenera, che si effonde malinconicamente in dolci lamenti, assai contenta quando possa vivere in immaginazione e fantasticare : l’uomo svanisce nell’artista. Gli è che a quest’uomo mancava quella fede seria e profonda nel proprio mondo, che fece di Caterina una santa e di Dante un poeta. Quel mondo giace nel suo cervello giá decomposto e in fermentazione, mescolato con altre divinitá. Ciò che di piú serio si move nel suo spirito è il sentimento dell’arte congiunto con l’amore dell’antichitá e dell’erudizione. È in abbozzo l’ im m agine anticipata dei secoli seguenti, di cui fu l’ idolo. L’arte si afferma come arte e prende possesso della vita.

Cosi il medio evo, quando appena cominciava a svilupparsi negli altri popoli, presso di noi, per una precoce coltura, si dissolveva prima che avesse potuto esplicarsi in tutti gli aspetti dell’arte e produrre la forma drammatica. Dante, che dovea essere