Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1962 – BEIC 1807078.djvu/25

di una decenza amabile, cosi lontana dal plebeo «allo letto ne gimo» di Ciullo :

Donna

Tanto m’ hai predicata e si saputo dire, eh’ io mi sono accordata : dimmi : che t’ è in piacere?

Amante

Madonna, a me non piace castella né monete : fatemi far la pace con l’amor che sapete.

Questo dimando a vui, e faccio vi finita.

Donna siete di lui, ed egli è la mia vita.

Questi dialoghi sono una pretta imitazione della lingua parlata, e sono i piú acconci a mostrare a qual grado di finezza e di grazia era giunto il volgare in Toscana, massime in Firenze. Ecco alcuni brani di un altro dialogo di Ciacco :

Mentr’ io mi cavalcava, audivi una donzella; forte si lamentava e diceva : — Oi madre bel lungo tempo è passato che deggio aver marito, e tu non lo m’ hai dato.

La vita d’esto mondo nulla cosa mi pare...

— Figlia mia benedetta, se l’amor ti confonde de la dolce saetta, ben te ne puoi sofierere...

— Per parole mi teni, tuttor cosi dicendo;