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In terra ci è l’apparenza del vero, e perciò diversitá di sistemi filosofici, come spiega Beatrice :

Voi non andate giú per un sentiero filosofando: tanto vi trasporta l’amor dell’apparenza e ’l suo pensiero.

In paradiso la veritá è tutta dipinta nel cospetto eterno: in Dio è legato con amore in un volume ciò che per l’universo si squaderna; vedere Dio è vedere la veritá. E non è visione solo di cose ma di pensieri e di desidèri. I beati vedono il pensiero di Dante senza ch’egli lo esprima.

La scienza com’era concepita a’ tempi di Dante, sposata alla teologia, avea una forma concreta e individuale, materia contempiabile e altamente poetica. Un Dio personale, che, immobile motore, produce amando l’ idea esemplare dell’universo, pura intelligenza e pura luce, che penetra e risplende in una parte piú e meno in un’altra sino alle ultime contingenze; gli astri, dove si affacciano i beati, influenti sulle umane sorti e governati da intelligenze da cui spira il moto e le virtú de’ loro giri; il cielo empireo, centro di tutt’ i cerchi cosmici e soggiorno della pura luce; l’universo, splendore della divinitá, dove appare squadernato ciò che in Dio è un volume; l’ordine e l’accordo di tutto il creato dalle infime incarnazioni fino alle nove gerarchie degli angioli; la caduta dell’uomo per il primo peccato e il suo riscatto per l’ incarnazione e la passione del Verbo; la veritá rivelata, oscura all’ intelletto, visibile al cuore, avvalorata dalla fede, confortata dalla speranza, infiammata dalla caritá 1 : in questa scienza della creazione il pensiero è talmente concretato e incorporato, che il poeta può contemplarlo come cosa vivente, come natura. Perciò la forma scientifica è qui meno un ragionamento che una descrizione, come di cosa che si vede e non si dimostra. Il perfetto vedere de’ beati è privilegio di Dante; nessuno gli sta del pari nella forza e chiarezza della visione.

1 Vedi i canti xiii, 11, xxx, xxxm, x, xxvm e xxix, xxvti, vii, xiv, xxv, xxv