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come immagine dello spirito, a quel modo che noi riproduciamo dentro di noi la figura delle cose non presenti e pingiamo al di fuori quello spettro della mente. Questa realtá dipinta vien fuori nelle pareti e nei bassirilievi del purgatorio. Nell’ inferno e nel paradiso non sono pitture, perché ivi la realtá è natura vivente : è l’originale, di cui nel purgatorio hai il ritratto. Inferno e paradiso sono in purgatorio, ma in pittura, come il passato e l’avvenire delle anime, non presenti agli occhi ma all’ immaginativa. Quelle pitture sono il loro «memento», lo spettacolo di quello che furono, di quello che saranno, che le stimola, mette in attivitá la loro mente, si che ricordano altri esempli e si affinano, si purgano.

Siamo dunque fuori della vita. Le passioni tornano innanzi alle anime, ma non sono piú le loro passioni : sono fuori di esse, contemplate in sé o in altri con l’occhio dell’uomo pentito. Anche le virtú sono estrinseche alle anime, contemplate al di fuori come esempli e ammaestramenti. Le anime sono spettatrici, contemplanti, non attrici. Passioni, buone o cattive, non sono in presenza e in azione, ma sono una visione dello spirito, figurata in intagli e pitture.

Questa concezione, cosi semplice e vera nella sua profonditá, è la pittura e la scoltura, l’arte dello spazio, idealizzata nella parola e fatta poesia. Perché il poeta non dipinge, ma descrive il dipinto. La parola non può riprodurre lo spazio che successivamente, e perciò è inefficace a darti la figura, come fa il pennello e lo scarpello. Né Dante si sforza di dipingere, entrando in una gara assurda col pittore; ma compie e idealizza il dipinto, mostrando non la figura ma la sua espressione e impressione : dinanzi all’ immaginazione la figura diviene mobile, acquista sentimento e parola. Le aguglie di Traiano in vista si movono al vento; la vedovella è «di lagrime atteggiata e di dolore»; nell’attitudine di Maria si legge: «Ecce anelila Dei»-, l’angiolo intagliato in atto soave non sembrava immagine che tace:

giurato si saria eh’ ei dicess’ — Ave . —