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e paziente. Questa vittoria sulla natura non fa effetto, perché in Alessio non ci è l’«homo sum» , non ci è lotta, non la coscienza del sacrificio, parendo a lui naturale e facile esercizio di virtú quello che a noi uomini pare cosa maravigliosa e quasi incredibile. L’ innaturale è in lui natura : perfezione ascetica ma non artistica. L’ interesse comincia quando la natura fa sentire il suo grido e col suo contrasto sublima il santo; quando, saputo il fatto, il pontefice con infinita moltitudine traendo a venerare il servo spregiato, si odono tra la folla queste grida : — «Prestatemi la via, datemi loco, fate che io vegga il figliuol mio, quello che ha succiato le mammelle mie». — E ragionando col cuore di madre, la donna accusa il figlio e lo chiama «senza cuore», e poi nel suo dolore lo glorifica e ricorda che i servi gli davano le guanciate. Scene simili non sono scarse in queste Vite : ricorderò la madre di Eugenia e Maria Maddalena, eloquentissima nelle sue lacrime.

Una vera intenzione artistica si scorge nello Specchio di penitenza di Iacopo Passavanti, una raccolta di prediche ridotte in forma di trattati morali, accompagnati con leggende e visioni dell’altro mondo. Il frate mira a fare effetto, inducendo a penitenza i fedeli con la viva rappresentazione de’ vizi e delle pene.

La musa del Cavalca è l’amore, e la sua materia è il paradiso, che tu pregusti in quello spirito di caritá e di mansuetudine, che comunica alla prosa tanta soavitá e morbidezza di colorito. La musa del Passavanti è il terrore, e la sua materia è il vizio e l’ inferno, rappresentato meno nel suo grottesco e nella sua mitologia che nel suo carattere umano, come il rimorso è il grido della coscienza. Intralciato e monotono nel discorso, il suo stile è rapido, liquido, pittoresco nel racconto. Diresti che provi voluttá a spaventare e tormentare l’anima: cerca immagini, accessori, colori, come istrumenti della tortura, e ti lascia sgomento e assediato da fantasmi. Il periodo spesso ben congegnato, svelto e libero, la cura de’ nessi e de’ passaggi, la distribuzione degli accessori e de’ colori, l’ intelligenza delle gradazioni, un sentimento di armonia cupo che accompagna lo spettacolo, fanno del Passavanti l’artista di questo mondo ascetico.