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v - i misteri e le visioni 91


                                    e in quel fermando tutt’il mio desire,
perché creata son a quest’effetto;...
e perché l’occhio corporal non vede,
credendo ho da seguir con pura fede.
     

L’Intelletto dice alla Volontá:

                                         A te s’appartien sol deliberare
di far quel che ti è mostro fedelmente;
l’ufízio tuo è sempremai d’amare
ed unirti con Dio perfettamente.
     

E la Volontá risponde:

                                         Nella tua spera i’ m’ho sempre a guardare,
benché la mostri un po’ con pura mente;
quand’io sarò nella gloria beata,
ciascuna cosa mi fie dichiarata.
     

L’anima confortata alza la preghiera a Dio, e l’angelo custode aggiunge:

                                         Dágli, Signore, un’ardente fíamella,
che la difenda da drago feroce:
tu sai che l’è nel corpo incarcerata,
e non può a te senza te esser grata.
     

Cioè a dire: non bastano le tre potenzie naturali, Memoria, Intelligenzia, Volontá, perché l’anima piaccia al Signore; ci vuole anche la sua grazia, l’ardente fiammella che dee cacciare il drago, il demonio. E Dio manda ad assisterla le virtú teologiche: Fede, vestita di colore celeste, con una croce nella mano destra e nella sinistra un calice e suvvi la patena; Speranza vestita di verde, con gli occhi fissi al cielo e le mani giunte; Caritá, vestita di rosso, con un parvolino per mano. Intanto il demonio chiama l’Eresia, la Disperazione, la Sensualitá e tutte le sue forze capitanate dall’Odio. Le tre virtú intorniano l’anima. La Fede dice dell’esser suo, e san Giovanni Crisostomo celebra la sua potenza. Ma l’Infedeltá con acri parole la rampogna:

                               E’ vien da levitá chi crede presto.
Tu ne sei ita quasi che per terra,