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disiderio inghiottisce l’esca nella sua gola e non sente l’amo; cosí l’ebro, bevendo il vino, riceve in sé nemico sanza ragione». E santo Paolo dice: «Non t’inebriare di vino, imperò che di vino esce lussuria».


Né solo «fiore» o «giardino», ma si diceva pure «tesoro» o «convito», quasi mostra di ricche pietre preziose o di elettissime vivande. Brunetto, che scrisse il Fiore, avea giá scritto il Tesoro, «in romanzo o lingua francesca», come «piú dilettevole e piú comune che tutti gli altri linguaggi», e voltato poi in volgare da Bono Giamboni. Il Tesoro è il Cosmos di quel tempo, l’universalitá della scienza come s’insegnava nelle scuole, la somma o il compendio del sapere e, per dirla con le parole di Brunetto, «un’arnia di mèle tratta di diversi fiori», un «istratto di tutt’i membri di filosofia in una somma brevemente». Prende capo dalla filosofia, siccome «radice di cui crescono tutte le scienze»; ed è descrizione di Dio, dell’uomo, della natura. Segue l’etica o filosofia pratica, e poi la rettorica, che ha come appendice la politica o l’arte di ben governare gli Stati. È il disegno di una prima facoltá universitaria, che prepara con questi studi i giovani alle scienze speciali. Questa vasta compilazione, di cui non era esempio, parve una maraviglia. Ma piú importanti erano i trattati speciali, dove gli scrittori mostravano qualche originalitá, come furono i tre trattati di Albertano e il famoso trattato De regimine principum di Egidio Colonna, dottissimo patrizio napolitano, volgarizzato da un toscano.

Il luogo che teneva la fede venne occupato dalla filosofia. Non che la filosofia negasse la fede, anzi era proprio di quel tempo aver fede in tutto quello che era scritto; ma sotto quella forma s’affermava la societá colta e si distingueva da’ semplici e dagl’ignoranti. Il luogo comune di tutte le invenzioni era l’eterno Giobbe, l’uomo colpito dall’avversitá, che maledice prima alla vita e trova poi rimedio e consolazione nella filosofia ovvero nello studio della scienza, nella visione delle opere divine e umane. Questo spiega la grande popolaritá del libro di Boezio Della consolazione, fondato appunto su questa base, dove la filosofia è rappresentata «in sembianza di donna, in tale abito