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58 storia della letteratura italiana


amore giovanile, nella sua purezza e verginitá, piú nell’immaginazione che nel cuore. Beatrice è piú simile a sogno, a fantasma, a ideale celeste, che a realtá distinta e che produca effetti propri. Uno sguardo, un saluto è tutta la storia di questo amore. Beatrice mori angiolo prima che fosse donna, e l’amore non ebbe tempo di divenire una passione, come si direbbe oggi; rimase un sogno ed un sospiro. Appunto perché Beatrice ha cosí poca realtá e personalitá, esiste piú nella mente di Dante che fuori di quella, ed ivi coesiste e si confonde con l’ideale del trovatore, l’ideale del filosofo e del cristiano: mescolanza fatta con perfetta buona fede, e perciò grottesca certo, ma non falsa e non convenzionale. Queste, che presso gli altri sono astrattezze scolastiche e rettoriche, qui sono cacciate nel fondo del quadro; sono non il quadro, ma contorni e accessorii. Il quadro è Beatrice, non cosí reale che tiri e chiuda in sé l’amante, ma reale tanto che opera con efficacia sul suo cuore e sulla sua immaginazione. Non ci è proprio l’amante, ma ci è il poeta, che per questo o quello incidente anche minimo del suo amore si sente mosso a scrivere se stesso in un sonetto o in una canzone. Quando il suo animo è tranquillo, fa capolino il dottore, il retore e il rimatore; ma quando il suo animo è veracemente commosso, Dante gitta via il suo berretto di dottore e le sue regole rettoriche e le sue reminiscenze poetiche, e ubbidisce all’ispirazione. Allora è Beatrice, solo Beatrice, che occupa la sua mente; e le sue impressioni, appunto perché immediate e sincere, sono quasi pure di ogni mescolanza. Il suo amore si rivela schietto come lo sente, piú adorazione e ammirazione che appassionato amore di donna. Tale è il sonetto:

                                         Tanto gentile e tanto onesta pare.      
E tale è la ballata ove, con la grazia e l’ingenuitá di una fanciulla scesa pur ora di cielo, cosí parla Beatrice:
                                              Io mi son pargoletta bella e nova,
e son venuta per mostrarmi a vui
dalle bellezze e loco dond’io fui.