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abitare fra gl’iddii, quando io investigo e ritruovo il sito e forze in noi de’ cieli e suoi pianeti. Somma certo felicitá viversi sanza cura alcuna di queste cose caduche e fragili della fortuna, con l’animo libero da tanta contagione del corpo; e, fuggito lo strepito e fastidio della plebe, in solitudine parlarsi con la natura maestra di tante maraviglie, seco disputando della cagione, ragione, modo e ordine di sue perfettissime e ottime opere, riconoscendo e lodando il padre e procreatore di tanti beni.


Parti udire Cicerone a discorrere della vecchiezza e dell’amicizia e delle lettere e dell’uomo felice: senti in questo Teogenio quella superioritá dell’intelligenza sulla forza e sulla fortuna e della coltura sulla barbarie e la rozzezza plebea; quella beatitudine dell’uomo ritirato nello studio, nella famiglia, ne’ campi; quell’ardore delle scoperte, quel culto dell’arte, che è la fisonomia del secolo. Animate da questo spirito sono pure le ultime pagine della Tranquillitá dell’animo, ove Battista pinge maravigliosamente se stesso. Nell’Ecatomfilea ti arrestano ritratti di ancor maggior freschezza ed evidenza, come è la pittura degli amanti troppo giovani o troppo vecchi e dell’amore degli uomini «che fioriscono in etá ferma e matura»: pittura che ha ispirato le belle ottave dell’Ariosto. De’ vagheggini perditempo dice:


Parmi poca prudenzia amare questi oziosi e inerti, i quali per disagio di facende fanno l’amore suo quasi essercizio ed arte, e con sue parucchine, frastagli, ricamuzzi e livree, segni della loro leggerezza, vagosi e frascheggiosi per tutto discorrono. Fuggiteli, figliuole mie, fuggiteli; peroché questi non amano, ma cosi logorano passeggiando il di, non seguendo voi, ma fuggendo tedio.


La storia dell’amore e della gelosia di Ecatomfila sembra un bel frammento di un romanzo fisiologico perduto, e per finezza e veritá di osservazione è molto innanzi alla Fiammetta del Boccaccio, la cui imitazione è visibile nella Ecatomfilea, e piú nella Deifira e nella Epistola di un fervente amante: pianti e querele amatorie, dove il buon Battista, uscendo della sua natura, come il Boccaccio, dá nella rettorica. Per trovare il grande