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x - l’ultimo trecentista 337


tra le orgie di una borghesia arricchita e gaudente comparirá talora come un rimorso, e chiamerá gli uomini alla penitenza.

«La fede va mancando», grida il ferrarese; e «gli studi si convertono in forni», nota il fiorentino. Non si potea meglio dipingere la fisonomia che andava prendendo il secolo e che comunicava alla nuova generazione. Possiamo disegnarla in brevi tratti.

Come il popolo grasso piglia il sopravvento in Firenze, cosi nelle altre parti d’Italia la borghesia si costituisce, si ordina, diviene una classe importante per industrie, per commerci, per intelligenza e per coltura. E Io stacco si fa profondo tra la plebe e la classe colta. La coltura non è privilegio di pochi, ma si allarga e si diffonde, e fa del popolo italiano il piú civile di Europa.

La vita pubblica e la vita religiosa rimane stazionaria fra l’universale indifferenza. Continuano le stesse forme; ma, sciolte dallo spirito che le rendea venerabili, quelle persone, quei riti e quel linguaggio appariscono cosa ridicola e diventano il motivo comico delle liete brigate.

La vita privata viene su. Ed è vita socievole, spensierata, condita dallo spirito. Gli uomini si uniscono in compagnie o brigate non per discutere, ma per sollazzarsi, in cittá e in villa. E si sollazzano a spese delle classi inculte. Trovatori, cantori e novellatori non sono piú il privilegio delle castella e delle corti. L’allegria feudale si spande anche nelle case de’ ricchi borghesi, e i racconti e i piacevoli ragionamenti condiscono i loro piaceri, e in una forma spesso licenziosa e cinica. La licenza del linguaggio era il solletico dell’allegria.

Cosi venne una letteratura sensuale e motteggiatrice, profana e pagana. Le novelle e i romanzi tennero il campo. L’allegra vita della cittá si specchiava in forme liriche svelte e graziose: rispetti, strambotti, frottole, ballate e madrigali. L’allegra vita de’ campi avea pur le sue forme: le «cacce» e gl’idilli. L’anima di questa letteratura è lo spirito comico e il sentimento idillico.

La forma dello spirito comico è la caricatura penetrata di un’ironia maliziosa, ma non maligna. La forma idillica è la


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