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324 storia della letteratura italiana


non gittano raggi, tu hai sensazioni e non sentimenti, immaginazione e non fantasia, sensualitá e non voluttá. Il ré ve scompare. L’estasi non tiene piú assorti i tuoi sguardi. Hai trovato giá il tuo paradiso in quella realtá piena e attraente. Diresti che la carne, in questo suo primo riapparire nel mondo, ti si sveli nel suo tripudio tutta nuda, ed empia di lusinghe e di vezzi il tuo paradiso. Perciò la forma di questo paradiso è cinica, anche piú dove un senso ironico di modestia è una civetteria che riaccende il senso.

Poiché la forma di questo mondo è la caricatura, uscita da una immaginazione abbondante, minuta disegnatrice, hai innanzi non punte e rialzi, ma l’oggetto intero nelle sue piú fine gradazioni. Breve ne’ preliminari e nella dipintura astratta di personaggi, l’autore alza subito il sipario, e ti trovi in piena azione che si movono e parlano. E giá fin da’ primi lineamenti ti balza innanzi il motivo comico, che ti si sviluppa a poco a poco per via di gradazioni, l’una entrata nelle altre con effetto crescente. Il Boccaccio vi spiega quella qualitá che i francesi, mirando alla forza nel suo calore e nella sua facilitá, chiamano «verve», e noi chiamiamo «brio», mirando alla forza nella sua allegra genialitá. Di che maraviglioso esempio è la novella di Alibech e l’altra di ser Ciappelletto. A render piú piccante la caricatura serve l’ironia, che qui è forma non sostanziale ma accessoria. Ed è un’apparente bonomia, un’aria d’ingenuitá, con la quale il narratore fa il pudico e lo scrupoloso, e non vuol dire e pur dice, e non vuol credere e pur crede, e si fa la croce con un sogghigno. Questa ironia è come una specie di sale comico, che rende piú saporito il riso a spese del «paternostro» di san Giuliano e de’ miracoli di ser Ciappelletto.

Essendo base di questo mondo la descrizione, cioè l’oggetto non ne’ suoi raggi e ne’ suoi profumi, cioè a dire nelle sue impressioni, ma nel suo corpo singolarizzato ed individuato, ha bisogno di forme piene e ricche; e cosi nascono le due forme della nuova letteratura: l’ottava rima nella poesia e il periodo nella prosa.

Abbiamo giá vista la nona rima svilupparsi con magnificenza orientale nel poema l’Intelligenzia. L’ottava rima non è