se ne contenta e, come fa il pittore, ti disegna tutto il corpo, scegliendo e distribuendo in modo gli accessorii e i colori, che ne venga maggior luce sul lato difettoso. Di che nasce che il ridicolo non rimane isolato su quel punto, ma si spande su tutta l’immagine, di cui ciascuna parte concorre all’effetto, apparecchiando, graduando e producendo una specie di «crescendo» nella scala del comico. Il riso, perché vi sei ben preparato e disposto, di rado ti viene improvviso e irresistibile, come in quei brevi tratti che ti presentano rapporti inaspettati; anzi spesso piú che riso è una gioia uguale che ti tiene in uno stato di pacata soddisfazione. Non ti senti eccitato: ti senti appagato. Non ridi, ma hai la faccia spianata e contenta e ti si vede il riso sotto le guance, non tale però che debba per forza scattar fuori in quella forma contratta e convulsa. Il quale effetto nasce da questo: che l’autore non ti presenta una serie di rapporti usciti dall’intelletto, ma una serie di forme uscite dall’immaginazione. E sono forme piene, carnose, togate, minutamente disegnate. L’autore, come obbliato in questo mondo dell’immaginazione, ha aria di non aggiungervi niente del suo, egli che ne è il mago. E tu ci stai dentro come incantato. L’autore non si distrae mai, non mette il capo fuori per fare una smorfia che provochi il riso, non tratta il suo argomento come cosa frivola, e piglia e lascia e torna. Quella è la sua idea fissa, e lo incalza e lo tiene e tiraselo appresso, e non gli dá fiato se non sia uscita tutta fuori. E tu non ti distrai: ti senti come dondolato deliziosamente nella tua contemplazione; né il riso, che talora ti coglie, t’interrompe, ché subito ti ci rituffi entro, e corri e corri, e il corso è finito e tu corri ancora dolcemente naufragato. Ma non è il mondo orientale, dove l’immaginazione, quasi fatta ebbra dall’oppio, salta fremente dalle braccia dell’amore pe’ vasti campi dell’infinito e ti fa provare quel sentimento che dicesi «voluttá», e che è l’infinito nel senso, quel vago e indefinito e musicale che tra gli abbracciamenti ti rivela Dio. Questo è un mondo prettamente sensuale, chiuso e appagato in forme precise e rotonde, da cui niente è che ti stacchi e ti rapisca in alte regioni. Appunto perché questi fiori non mandano profumi e queste luci