riputazione di uomo di spirito, sono la parte piú appariscente ma piú elementare dello spirito. La fucina dove si fabbricavano motti, facezie, proverbi, epigrammi, frizzi, era la scuola de’ trovatori e della «gaia scienza». Moltissimi di questi motti si erano giá accasati nel dialetto fiorentino, e con molti altri usciti dall’immaginazione di un popolo cosí svegliato e arguto. Il Decamerone ne è seminato. Ma questi motti, appunto perché entrati giá nel corpo della lingua, non sono altro che parole e frasi, un dizionario morto; e raccoglierli e infilarli, come fa il Burchiello, non è da uomo di spirito. Sono i colori del comico, non sono il comico esso medesimo. Sono il patrimonio giá acquistato dello spirito nazionale, e perciò mancanti di quella freschezza e di quell’imprevisto che è la qualitá essenziale dello spirito; né possono conseguire un effetto estetico se non associandosi a qualche cosa di nuovo e d’inaspettato, trovato allora allora che ti vengono sotto la penna. Ciò fa che il Burchiello è insipido, e il Boccaccio è spiritoso; perché per il Boccaccio i motti e i frizzi non sono scopo a se stessi, ma un semplice mezzo di stile, il colorito.
Lo spirito, nel suo senso elevato, è nel comico quello che il sentimento è nel serio: una facoltá artistica. E come il sentimento, cosí lo spirito è un grande condensatore, dando una velocitá di percezione che ti faccia cogliere di un tratto sotto contrarie apparenze il simile o il dissimile. Dove la sagacia giunge per via di riflessione, lo spirito giunge di un salto e intuitivamente. I figli di Ugolino nell’esaltazione del sentimento dicono: — «Tu ne vestisti queste misere carni e tu le spoglia». — Qui il sentimento opera nel serio quello che nel comico lo spirito: congiunge improvvisamente e in una sola frase idee e immagini diverse. Ma per giungere a questa produzione geniale è necessario che lo spirito sia anch’esso un sentimento, il sentimento del ridicolo, cioè a dire che stando in mezzo al suo mondo ne provi tutte le emozioni, e ci viva entro e ci si spassi, pigliandovi lo stesso interesse che altri piglia nelle cose piú serie della vita. Pure l’emozione dee esser quella di uno spettatore intelligente anziché di un attore mescolato in mezzo a’ fatti, sí che tu guardi
F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - i. |
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