Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
ix - il «decamerone» | 295 |
dell’epiteto come d’una ingiuria e lo rifiuti sdegnosamente, pure è lá il suo genio e la sua gloria, e non dove sfoggia in forme rettoriche sentimento ed erudizione. Fu chiamato anche «uomo di vetro», per una cotal sua mobilitá d’impressioni e di risoluzioni, di cui sono esempio le Rime, dove invano cerchi l’unitá organica del Canzoniere e un disegno qualunque, avvolto il poeta dalle onde delle impressioni e della vita reale e de’ suoi studi e reminiscenze classiche. Pure, tra molte volgaritá trovi un elevato sentimento dell’arte o, come egli dice, «l’amor delle muse che lo trae d’inferno», come chiama la terra deserta dalle muse. «Vidi» — egli canta —
una ninfa uscire |
Da questo elevato sentimento dell’arte è uscito il sonetto sopra Dante, scritto con una gravitá e vigore di stile cosí insueto, che farebbe quasi dubitare sia cosa sua:
Dante Alighieri son, Minerva oscura |