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viii - il «canzoniere» 253


spirito. Questo concetto fondamentale del medio evo, se nel Petrarca è purificato della sua forma simbolica e scolastica, rimane pur sempre il suo «credo» cristiano e filosofico. L’opposizione era sciolta teoricamente con l’amicizia platonica o spirituale, legame d’anime puro di ogni concupiscenza; dalla quale astrazione non potea uscire che una lirica dottrinale e sbiadita, senza sangue, dove non trovi né l’amante né l’amata né l’amore. Vi sono momenti nella vita del Petrarca abbastanza tranquilli e prosaici, perché egli si possa dare a questo spasso. Allora riproduce la scuola de’ trovatori con tutt’i suoi difetti, in una forma eletta e vezzosa che li pallia. E vi trovi il convenzionale, il manierato, le regole e le sottigliezze del codice d’amore, soprattutto il concettoso, dotato com’era di uno spirito acuto. Non coglie se stesso nel momento dell’impressione; l’impressione è passata, e se la mette dinanzi e la spiega come critico o filosofo: hai un di lá dell’impressione, l’impressione generalizzata e spiegata, come è nella piú parte de’ suoi sonetti in vita di Laura; antitesi, freddure, sottigliezze, ragionamenti in forma pretensiosa e civettuola. Allora tutto è chiaro, tutto è spiegato con Platone e col codice d’amore; hai il solito contenuto lirico allora in voga sulla donna, sull’amore, pomposamente abbigliato. Trovi un maraviglioso artefice di verso, un ingegno colto, ornato, acuto, elegante: non trovi ancora il poeta e non l’artista. Ma nel momento delle impressioni, tra le sue irrequietezze e agitazioni, circuito di fantasmi, par fuori la sua personalitá: trovi il poeta e l’artista. Quello che sente è in opposizione con quello che crede. Crede che la carne è peccato, che il suo amore è spirituale, che Laura gli mostra la via «che al ciel conduce», che il corpo è un velo dello spirito. E se in questo «credo» trovasse ogni suo appagamento, avremmo Dante e Beatrice. Ma non vi si appaga: l’educazione classica e l’istinto dell’artista si ribella contro queste astrazioni di uno spiritualismo esagerato; si rivela in lui uno spirito nuovo, il senso del reale e del concreto, cosi sviluppato ne’ pagani. Non vi si appaga l’artista, e non vi si appaga l’uomo, perché si sente inquieto, non ben sicuro di quello che crede e vuol far credere, e sente il morso