Pagina:De Sanctis, Francesco – Storia della letteratura italiana, Vol. I, 1912 – BEIC 1806199.djvu/179


vii - la «commedia» 173


drammatico, e non è dramma. È una di quelle costruzioni gigantesche e primitive, vere enciclopedie, bibbie nazionali; non questo o quel genere, ma il tutto, che contiene nel suo grembo ancora involute tutta la materia e tutte le forme poetiche, il germe di ogni sviluppo ulteriore. Perciò nessun genere di poesia vi è distinto ed esplicato: l’uno entra nell’altro, l’uno si compie nell’altro. Come i due mondi sono in modo immedesimati che non puoi dire: — Qui è l’uno e qui è l’altro; — cosí i diversi generi sono fusi di maniera che nessuno può segnare i confini che li dividono, né dire: — Questo è assolutamente epico e questo è drammatico. —

È il contenuto universale, di cui tutte le poesie non sono che frammenti, il «poema sacro», l’eterna geometria e l’eterna logica della creazione, incarnata ne’ tre mondi cristiani; la cittá di Dio, dove si riflette la cittá dell’uomo in tutta la sua realtá del tal luogo e del tal tempo; la sfera immobile del mondo teologico, entro di cui si movono tempestosamente tutte le passioni umane.

L’idea, che anima la vasta mole e genera la sua vita e il suo sviluppo, è il concetto di salvazione, la via che conduce l’anima dal male al bene, dall’errore al vero, dall’anarchia alla legge, dal moltiplice all’uno. È il concetto cristiano e moderno dell’unitá di Dio sostituita alla pluralitá pagana. Questo concetto, se fosse solo un di fuori, spiegato nella sua astrattezza dottrinale come pensiero, o rappresentato in forma allegorica come figurato, non basterebbe a generare un’opera d’arte. Ma qui è non solo il di fuori, ma il di dentro; non solo il significato e la scienza di quel mondo, opera di filosofo e di critico, ma principio attivo, com’è nell’uomo e nella natura, che costruisce e forma quel mondo e gli dá una storia e uno sviluppo. Questo principio attivo, se nella sua astrattezza si può chiamare il vero o il bene o la virtú o la legge, come realtá viva e operosa è lo spirito, che ha per suo contrario la materia o la carne, dove sta come in una prigione o in un «vasello», da cui si sforza di uscire. La vita è perciò un antagonismo, una battaglia tra lo spirito e la carne, tra Dio e il demonio.