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10 | storia della letteratura italiana |
Rozzissima è una canzone di Folco di Calabria, poeta assai antico; ma nella fine trovi lo stesso sentimento in una forma certo lontana da questa perfezione, pur semplice e sincera:
Perzò meglio varria morir in tutto in tutto, ch’usar la vita mia in pena ed in corrutto, com’uomo languente. |
E’ par ch’eo viva in noia della gente: ogn’uomo m’è selvaggio: non paiono li fiori per me coni’ giá soleano, e gli augei per amori dolci versi faceano — agli albori. |
Però niente è in questi che per ingenuitá e spontaneitá di forma e di sentimento uguagli il canto di Rinaldo di Aquino e di Odo delle Colonne. Sono due esempli notevoli di schietta e naturale poesia popolare.
Ma la coltura siciliana avea un peccato originale. Venuta dal di fuori, quella vita cavalleresca, mescolata di colori e rimembranze orientali, non avea riscontro nella vita nazionale. La gaia scienza, il codice d’amore, i romanzi della Tavola rotonda, i Reali di Francia, le novelle arabe, Tristano, Isotta, Carlomagno e Saladino, il soldano, tutto questo era penetrato in Italia; e se colpiva l’immaginazione, rimaneva estraneo all’anima e alla vita