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vii - la «commedia» 145


Anzi il suo pregio è di essere il concetto di tutti, il pensiero che giaceva in fondo a tutte le forme letterarie: rappresentazioni, leggende, visioni, trattati, tesori, giardini, sonetti e canzoni. L’Allegoria dell’anima e la Commedia dell’anima sono gli schizzi, le categorie, i lineamenti generali di questo concetto.

Nel Convito la sostanza è l’etica, che Dante cerca di rendere accessibile agl’illetterati, esponendola in prosa volgare. Qui il problema è rovesciato. La sostanza sono le tradizioni e le forme popolari rannodate intorno al mistero dell’anima, il concetto di tutt’i misteri e di tutte le leggende; ed è in questo quadro che Dante gitta tutta la coltura di quel tempo. Con questa felice ispirazione, pigliando a base della coltura le tradizioni e le forme popolari, riunisce le due letterature, che si contendevano il campo, intorno al comune concetto che le ispirava, il «mistero dell’anima». La rappresentazione e la leggenda esce dalla sua rozza volgaritá e si alza a’ piú alti concepimenti della scienza; la scienza esce dal santuario e si fa popolo, si fa mistero e leggenda. Indi l’immensa popolaritá di questo libro, che gl’illetterati accettavano nel senso letterale e i dotti cementavano come un libro di scienza, come la Somma di san Tommaso. Il popolo vedeva in quei versi quel medesimo che sentiva nelle prediche, nelle divozioni e rappresentazioni; né è maraviglia che qualcuno, guardando Dante con quella faccia pensosa e come alienata, dicesse: — Costui par veramente uscito ora dall’inferno. — Gli eruditi si affannavano a cercare il senso de’ versi strani, e il Boccaccio iniziava quella serie di comenti che spesso, in luogo di squarciare il velo, lo fanno piú denso.

In effetti la Divina commedia è una visione dell’altro mondo allegorica. Cristianamente, la visione e la contemplazione dell’altra vita è il dovere del credente, la perfezione. Il santo vive in ispirito nell’altro mondo; le sue estasi, le sue visioni si riferiscono alla seconda vita a cui sospira. Dante accetta questa base ascetica, popolarissima: contemplare e vedere l’altro mondo è la via della salvazione. Per campare dalla selva del vizio e dell’ignoranza, egli si getta alla vita contemplativa, vede in ispirito l’altro mondo e narra quello che vede. Questo è il motivo


F. de Sanctis, Storia della letteratura italiana - i.

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