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102 storia della letteratura italiana


contenuto scientifico, e la traduce nelle forme scolastiche, e di questa fede ragionata e sillogizzata fa la filosofia, figliuola di Dio. Lo studio del secolo è di allegorizzare e dimostrare, anziché di rappresentare; è di chiarire quel contenuto, lumeggiarlo, volgarizzarlo, ragionarlo, anziché coglierlo in azione e nell’atto della vita. Perciò l’opera letteraria tiene dell’allegoria e del trattato, e ciò che è mera rappresentazione rimane nell’infanzia. Mai non ti senti ben fermo in terra, in mezzo a uomini vivi, con tali caratteri, passioni e costumi; anzi lo scrittore ti par quasi estraneo alla societá e alle sue lotte, e dimora nell’astratta e monotona generalitá della sua contemplazione. E quando pur scende a rappresentare la vita, ti senti di un tratto balzato nel regno de’ misteri, delle leggende e delle visioni, nell’altro mondo.

La visione è in effetti la forma naturale di questo contenuto, quando si vuol rappresentarlo. La vita e la realtá è il senso, la carne, il peccato; e lo scrittore o guarda e passa, o se pur vi si trattiene, è per maledirla, rappresentandola non quale appare in terra, ma quale è nell’altro mondo. La rappresentazione è dunque la visione della realtá come sará dopo la morte, e lá si spazia e si diletta l’immaginazione. E se il «mistero» è commedia ed ha per conclusione la santificazione e la beatitudine, la «visione» è spesso pittura delle pene infernali, lasciate alla libera immaginazione de’ predicatori, de’ vescovi, de’ frati, de’ santi padri, che col terrore operavano sulle rozze immaginazioni. Laghi di zolfo, valli di fuoco o di ghiaccio, botti d’acqua bollente, rettili, vermi, dragoni da’ denti di fuoco, demòni armati di lance, di fruste, di martelli infocati, cadaveri putridi e inverminiti, scheletri tremanti sotto una pioggia di ghiaccio, dannati inchiodati al suolo con tanti chiodi «che non pare la carne», o sospesi per le unghie in mezzo al zolfo, o menati e rapiti da velocissime ruote di fuoco simili a «cerchi rosseggianti», o infissi a spiedi giganteschi che i demòni irrugiadano de’ metalli fusi: ecco la realtá delle visioni, rappresentata co’ piú vivi colori. I tre monaci, che si mettono in viaggio per iscoprire il paradiso terrestre, dopo quaranta giorni di cammino attraversano l’inferno: